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Alessandro BONACCHI, Il testamento in volgare di Done Alluminati 1348©

www.filologiaromanza.it Pistoia 03/11/2022.

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Pistoia 03/11/2022

Abstract: 

Il testamento di Done Alluminati, mercadante lucchese è interessante sotto l’aspetto culturale e storico, perché offre  la la possibilità di comprendere l’attività economica di un ricco mercante. Non va sottovalutato il carattere filologico del linguaggio lucchese, indipendente dal pisano e dal fiorentino, pur con elementi che permangono anche nella parlata lucchese e pistoiese precedente all’avvento della pianificazione derivante dal mutamento linguistico e operato dai giornali e mezzi di comunicazione. Non mancano caratteri storici tipici della presenza longobarda a Lucca nella toponomastica e nell’antroponimia.

Abstrait

Le testament de Done Allumonati, marchand de Lucques, est intéressant au sujet culturel et historique; il offre la possibilité de comprendre l’activité économique d’un représentant de la haute  couche sociale au XIVème  siècle. On ne doit pas  oublier le caractère philologique du langage de Luques, qui demeure indépendant de celui de Pise  et de Florence, bien qu’il y a des éléments  qui sont présents en tant qu’argot  de Lucques et de Pistoie précédemment à l’aplatissement  du changement de la langue depuis l’intervention de la presse et des moyens de communication. Dans ce testament on trouve encore des caractère typiques de la présence des lombards à Lucques   au sujet des nom de lieu et de personne. 

Abstrakt:

Das Testament Dones Alluminati, eines Kaufmanns in Lucca, ist sehr wichtig über die Kultur und die Geschichte und der Sprache der Stadt.  Davon ist die Möglichkeit angeboten,  die Handelsaktivität eines reichen  Wohlhabendenschitsvertreter  zu betrachten. Nicht ist das Lucca-Sprachgebietphilologie  zu unterschätzen, das unabhängig vom Pisanischen- und vom Florentinischen Jargon ist, auch wenn die Pistoia- und Lucca-Sprache  einige ähnliche  Besonderheiten zeigen, die noch nur bei älteren Menschen gehört und die vom  Presse- und Massenmedienausgleich veraltet werden. In dem Testament werden  Orts- und Eigennamen auch angeführt, die dem Langbardenherzogtum angehören.

Alessandro Bonacchi

Il testamento in volgare di Done Alluminati 1348©

Archivio di Stato di Lucca

Archivio dei Notari, Atti notarili Parte I n. 128, 

Ser Francesco Salani, 738v-757, 22

Il testamento era già stato pubblicato in parte con imprecisioni e scorrettezze dell’autore su Rivista di Studi testuali VIII-IX 2006-2007, 64-91. 

I rimandi al testo originale indicano la carta e il numero di facciata: es. rendeo 749, 8 si trova nella facciata 749, rigo 8. Dall’archivista la carta 739v viene considerata erroneamente 740, saltando così 740r e 740v e numerando la facciata seguente 741. La numerazione successiva si riferisce alla facciata.

Le abbreviazioni latine e volgari sono state sciolte. Sono state lasciate simili le sigle £ libre>lire e ß =solidi>soldi, dnr/dr denari. 

Il testamento del mercadante lucchese Done Alluminati, in volgare, è una rarità per l’epoca, dato che nelle cancellerie e negli atti notarili la lingua ufficiale era il latino. Si trova nell’Archivio dei Notari  di Lucca (AdSL), Atti notarili, parte I, n. 128 del notaio Francesco Salani, dalla carta 738v alla facciata 756.

Il verbale di apertura (738r 1-16) da parte del notaio Francesco Salani è in latino; il testamento in volgare scritto propria manu (738v, 2) da Done riporta l’invocazione ai santi e la dichiarazione di veridicità (738v17-739r 18); successivamente Done lascia le disposizioni per la sua sepoltura con particolare riguardo alla Disciplina dei Frati della Donna (739r 19-30; 739v 8); oltre a opere di beneficienza, vengono elencati lasciti a Bonaiuto Lupori, al fratello Alluminato (739v, 9-35) e a figli e figli naturali (741, 1-37) e donazioni anche per messe e preghiere (741-38; 742 1-15); seguono le disposizioni per Donna Mellina e per la di lui sorella Ciomea (742, 16-35) insieme ad altri lasciti per beneficenze e per il suffragio dei suoi parenti defunti (743, 1-744,12); Done fa poi un elenco di rendite di terre (744,13-745, 7) da donare alla chiesetta di Santa Maria Novella dell’Acqua Calda, della quale enumera gli arredi sacri (745, 8 -32); vengono citati i libri contabili, le rendite e i pagamenti (745, 32-746, 37) assieme a vari acquisti e vendite (747, 1-749,10); seguono ulteriori disposizioni per la sorella Ciomea (749, 11-21), per un hospitale, per donna Mellina, figli e figli naturali (749,22-756, 1-14); Done chiude l’atto il 16 febbraio 1348 (756, 15-34); segue la clausola in latino (757,1-22), che riporta le firme di Ciomeo Provinsali e di Piero Bianchi, testimoni alla chiusura del testamento e firmatari come garanti del corretto svolgimento delle operazioni notarili. I fidecommissari che Done indica nel testamento sono la mogle donna Mellina e Tieri quondam Fredi Gentili e ser Iacopo condam ser Dini Rosselini (753, 26-34), ma a donna Mellina spetta l’ultima parola per racchoglere e alugare e dislogare e carte cassare (753, 34)cioè disporre ed eseguire le ultime volontà del marito riguardo i suoi beni. 

Siccome Done aveva molti possedimenti e figli e familiari che se li sarebbero contesi dopo la sua morte, pensò bene di fare testamento il 16 febbraio 1348, probabilmente considerando che la peste in quel periodo si era già diffusa anche a Lucca. Boccaccio Decamerone 1, Introduzione riporta che a Firenze nel principio della primavera dell’anno predetto (1348) era scoppiata l’epidemia di peste; a Lucca probabilmente doveva essere già arrivata verso gennaio-febbraio. Done muore il 16 luglio dello stesso anno, ma dal testamento non si deduce in alcun modo che la causa sia stata l’epidemia. Per testamento (739r 20) ha voluto essere seppellito nella chiesa della Santissima Annunziata di Lucca.

Done Alluminati e la sua famiglia.

Done era figlio di Pietro Alluminati e di donna Buona. Nell’AdSL Pietro viene rammentato in quattro documenti (AdSL: Archivio di Stato , 7 Luglio 1300, n. 268; Archivio dei Notari  9 Marzo 1337 n. 399; S.Romano, 22 Dicembre 1345 n. 430; Spedale di S.Luca , 10 Maggio 1337, n. 400); della madre nel testamento compare solo l’anniversario della morte il X gennaio (743, 29). Dopo la scomparsa della prima moglie Vanna (744,3) e della seconda, Vannella (744, 5), Done si è sposato in terze nozze con donna Mellina (741, 24), ipocorostico di Armellina (738,10), incinta al momento del testamento, dalla quale Done ha già una figlia, Petra. Madre e figlia vengono trattate da Done con occhio di maggiore riguardo nei confronti di tutti gli altri familiari. Oltre ai doveri coniugali, tuttavia, tra un acquisto e una vendita, Done si concedeva spesso il tempo di andare a fare visita a qualche ragazza del paese, trovandosi poi padre di ben cinque figli, che nel 1346, fa legittimare (741,8): Francesco, Giovanni, Lemmo, Lena, e Piero; l’ultimo entra nel convento del Carmine il 13 agosto del 1347. Giovanni si sposa con Francescha (742,34) e ha un figlio, Alluminato (740,24). Fratello di Done è Puccino; l’altro fratello Alluminato, di mestiere sensale, è sposato con Chesina; tutti e tre sono ormai defunti (743, 25; 744, 1.8). La sorella, Ciomea in una pergamena dell’AdSL assieme al fratello Alluminato nei pressi di Segromigno acquista beni da Puccino e Cecio, figli del fu ser Salvuccio ser Deotisalvi Pincardogi (XIV- Recuperate sec. XIV prima metà; la nota dell’archivista riporta che Alluminato di Pietro appare già defunto nel 1335, cfr. Bibl. Mss. 124, c. 28 v). Il marito di Ciomea si chiamava Nello (749, 5), ma niente gli toccherà dopo la morte della moglie (carta per ser Iacopo ser Franceschi della Volpe; del notaio, ma non del documento a cui si riferisce Done, abbiamo menzione in un atto dell’AdSL – S.Nicolao del  1 Maggio 1348,  mazzo n. 441).

La famiglia Alluminati è già famosa a Lucca nel 1200 (MATRAIA 1983: 68, 427), quando la vedova di Jacopo Alluminati allivella una casa nei pressi di santa Maria in Corte Orlandini a un certo Narduccio (MATRAIA 1983:68, 427); in questo edificio forse sono vissuti i nonni e i genitori di Done. Nel 1337 Done compra una casa da Ser Guglielmo quondam Jacopo Bettori, nella contrada di San Gregorio all’angolo di Vianuova, l’attuale Via Antonio Mordini,in cambio di una rendita annua perpetua di cinque staia e mezzo di grano in un terreno di Lammari nel luogo detto Aschitello in Isola (09 marzo 1337; AdSL, Archivio dei Notari , mazzo n. 399; AdSL, Archivio dei Notari  , 9 Marzo 1337 , mazzo n. 399:… Ser Guilliermus condam Iacobi Bettori lucani civis de contrata Sancti Gregorii lucane civitatis… cessit atque mandavit Doni, civi et mercatori lucano condam Petri Alluminati,… duas petias de tribus petiis quarte partis integre pro indiviso unius petie terre sue est cum hedificate domus murate et solariate… in contrata Sancti Gregorii predicti in angulo vicinie de vianuova, que tota coheret a duabus partibus viis publicis et aliis duabus partibus domibus et terre dicti Donis… Pro quo deganeo cambio seu permutactione dictus Done… cessit atque mandavit ser Giullo… stariorum quinque et dimidium… de una… petia terre sue… in confine de Lamari in loco ubi dicitur Aschitello in Insula… A Lammari esiste tuttora una località chiamata Isola(PANIGADA 2012 p. 13);Aschitello è invece scomparso. L’apotheca (bottega) di Done era in contrata sancti Andree in Pellaria (757, 22),e una pergamena dell’AdSL del 9 settembre 1324 mazzo 1340 dice che Done era di questa contrada (AdSL, Serviti, del 9 Agosto 1324, mazzo n. 350,… Doctorus condam Iuncte mercator civis lucanus contrate sancti Andree in Pellaria et Alluminatus condam Petri item mercator et civis lucanus dicte contrate…). È oltremodo arduo trovare l’esatta ubicazione della casa e della bottega di cui il testamento parla, sia per i mutamenti avvenuti nei secoli, sia per l’appROSSImazione tipicamente medievale della definizione dei confini e delle proprietà. In ogni modo, da quanto si desume dalla pergamena del 09 marzo 1337, la distanza tra la casa di Done, e la sua apotheca era di circa 150 metri. Altri probabili parenti di Done sono Accurso Alluminati, insolvente in una pergamena del 1248 (AdSL, Serviti  22 Dicembre 1248 mazzo n. 152), Bartolomeo quondam Alluminati di Borghicciolo; suo figlio Paolo e Iacopo quondam Bartolomei Alluminati si trovano in documenti del 1252, 1264, 1271 e 1311 (AdSL S.Croce  27 Ottobre 1252, n. 160 e S.Agostino 18 Novembre 1311, mazzo n. 305; Serviti , 21 Ottobre 1264, mazzo n. 184; S.Croce  29 Giugno 1271 mazzo n. 196); Luparello Alluminati fa da testimone in una pergamena del 1281 (AdSL: Spedale di S.Luca 24 Febbraio 1281, mazzo n. 217.); nel 1288 e 1289 (AdSL, 26-11-1288 -Serviti , 26 Novembre 1288, mazzo n. 236. 13-11-1289 -Serviti 13 Novembre 1289, mazzo n. 239) si trova Orlando quondam Iuncte Alluminati da S. Gennaro; Alluminato e Bonifacio, figli del notaio Iacopo Alluminati, compaiono in un documento del 1298 (AdSL, Spedale di S.Luca, 24 Settembre 1298 mazzo n. 263); lo stesso notaio firma atti nel 1297, 1299, 1303 e 1310, 1314 1327, 1333 (AdSL, Spedale di S.Luca 1303 mazzo n. 278; CERTOSA 3 Agosto 1297 mazzo n. 259; Archivio di Stato 30 Marzo 1299, mazzo n. 264; 12-05-1310 -Serviti 12 Maggio 1310 mazzo n. 300; S.M.Forisportam  21 Marzo 1314, mazzo n. 312; S.Nicolao , 1 Giugno 1327, mazzo n. 360; nel 1333 il notaio è già morto: 12-10-1333 -S.Agostino , 12 Ottobre 1333, mazzo n. 386.); nel 1320 (AdSL, 17-11-1320 -Serviti 17 Novembre 1320 mazzo n. 336) troviamo un Nuto Alluminati. Guadagnino quondam Alluminati in un documento del 1313 potrebbe essere figlio del fratello di Done e forse ser Fazio quondam Iacobi Alluminati è un suo cugino (AdSL, 26-02-1313 -Serviti 26 Febbraio 1313, mazzo n. 309; CERTOSA  22 Settembre 1313, mazzo n. 311). Potrebbero essere parenti di Done anche il mercante Bonifazio Alluminati abitante in contrada Santa Maria di Corte Orlandini nel 1343; suo figlio è citato in documenti del 1344,1346, 1347 (AdSL, S.Agostino  11 Agosto 1343 mazzo n. 423; S.Agostino , 18 Novembre 1344 mazzo n. 427, S.Agostino 8 Febbraio 1346 mazzo n. 431; S.Agostino 11 Marzo 1347 mazzo n. 435;). Un Moltotamo quondam Alluminati viveva ad Altopascio (Lucca) nel 1249 (AdSL, Altopascio: 9 Maggio 1249 mazzo n. 153); a Veneri, vicino Pescia, si trova Tuccio quondam Alluminati del Borgo Scorciabocconi nel 1303 (AdSL, Bigazzi 10 Aprile 1303 mazzo n. 278.); a Orbicciano, nelle vicinanze di Lucca c’era Stefanello Alluminati (AdSL, Archivio dei Notari   24 Agosto 1340 mazzo n. 413.); tutti questi potevano in qualche modo avere una parentela con Done. Nei secoli successivi la sua parentela si è propagata in vari rami, anche a Pistoia: nell’ottagono della Basilica della Madonna dell’Umiltà, appena si entra a destra, c’è una cappella Alluminati con un Riposo in Egitto della metà del ‘600 del pittore Lazzaro Baldi (1624-1703). 

La Disciprina de’ frati de’ Servi della Donna(739r 19-30; 740 8). 

Done faceva parte del terz’ordine dei Servi di Maria, ovvero la Disciprina alla quale sembra molto legato, tanto da volere essere sepellito in San Michele ditto delli Avogadi (739,20). Il Monastero dei Servi, successivamente trasformato, era stato costruito su una parte degli edifici della famiglia degli Avvocati; una torre di queste costruzioni divenne il campanile; il refettorio dei frati fece parte della chiesa di San Michele (BARSOCCHINI, 1836 145). Nel 1254 San Michele degli Avvocati, passato ai Servi di Maria, divenne Santa Maria dei Servi, o Santissima Annunziata (PECORONI 1746: p. 84). In san Michele delli Avogadi (739,20) si riunivano i fratelli con l’abito distintivo che Done vuole indossare per il suo funerale (739r 21-23). Per riverenza verso la disciprina e per generosità, come spesso fa nel testamento, vuole essere coperto da morto da un panno con sopra una croce vermigla (739r 26) lasciato in dono anche per i funerali dei fratelli poveri della Compagnia che sarebbero morti dopo di lui (739r 26-30). Lascia scritto che i fratelli la maitina della Pasqua della Surressione del nostro Signore Gesù Χρο (740, 4) facciano festa con un agnello (740 2) comprato con il suo lascito perpetuo di tre staia di grano e tre di miglio. Se lo staio è pressoché 25 litri, si tratterebbe di circa un quintale e mezzo tra grano e miglio, ridotto al massimo ad un quintale tenendo conto della misurazione arbitraria da parte del venditore. Se il prezzo sembra alto, si deve tenere presente che la carne era soltanto sulla tavola dei ricchi. Ovviamente un agnello o agnellone fatto inpepare e contiare (740, 5) poteva arrivare a tale prezzo; tuttavia sulla tavola della Discprina il giorno di Pasqua doveva esserci anche qualcos’altro, dato che un agnello, contro luce, è trasparente, come dice Euclione nell’atto III, s 6 dell’Aulularia di Plauto. La preparazione di una qualsiasi carne prima della cottura non era una cosa semplice come facciamo noi, mettendovi sopra il condimento al massimo la sera precedente. Per noi conta il sapore, mentre per i medievali occorreva pensare, secondo la teoria degli umori di Galeno (SCULLY, 1998: 86), alla qualità “umida” o “secca”, “calda” o “fredda” sia delle carni sia dei condimenti. La presunta frollatura non arrivava fino all’imputridimento, come talvolta si crede. Nessuno, né signore né povero avrebbe mangiato carne di odore sgradevole. La loro preoccupazione era che la carne non “facesse male”, ovvero non fosse troppo “umida”, come quella del castrato, o troppo “secca”, come quella dei pavoni o dei piccioni (SCULLY, 1998: 126-127). A questo punto il condimento a base di sale e aromi doveva dare il tono giusto alla carne, che in tal modo era contiata, togliendole la troppa umidità o rendendola meno secca (SCULLY, 1998: 49-50). Dal testamento non si può capire che tipo di condimento viene adoperato per contiare, ma presumibilmente si tratta di gelatina di pollo (MARTELLOTTI 2005: 237) o di pesce con una mescolanza agrodolce dai gusti contraddittori, spesso a base di aceto (MARTELLOTTI 2005: 237) o mosto aromatizzato come il vino “salviato” o “rosato” (profumato con salvia o petali di rose), miele, uva passa, mandorle e fichi (MARTELLOTTI 2005: 249); così si mettono in equilibrio le qualità “galeniche” dei cibi (SCULLY, 1998: 126-127). Per l’aggiunta di uova sbattute nella preparazione dell’agnello si veda MARTELLOTTI 2005: 237, anche se la ricetta vale per la cucina dell’imperatore Federico II. Per eliminare certi nostri pregiudizi su queste mescolanze, si prenda come esempio il “panpepato”, che per tradizione ha pressoché gli stessi ingredienti che usavano i cuochi di Done: fichi secchi, mandorle, frutta candita nel miele, noci; sulla superficie viene steso uno strato di cannella, pochissimo zenzero o pepe (che all’epoca erano carissimi), cumino, pepe del paradiso. Oggi si aggiungono anche noce moscata e chiodi di garofano. Per agnello impepato Done doveva intendere dunque un agnello con sopra una specie di glassa di mosto aromatico, mandorle (MARTELLOTTI 2005: 248), cannella, zenzero, noci, uva passa miele, cumino, sale e pepe nero o grigio o grani del paradiso (SCULLY, 1998: 126-127). L’agnello poteva essere colorato secondo il gusto del cuoco con una doratura gialla fatta di zafferano e uovo, oppure verde con salvia e prezzemolo (SCULLY, 1998: 130-131). Non è improbabile che l’agnello impepato e contiato dopo la cottura fosse rimesso nella sua pelle, come certamente avviene per la gru di Chichibìo della novella di Boccaccio (Decameron, VI, 4), dove le penne dell’animale nascondono la sorpresa della mancanza della coscia.

Altro lascito alla compagnia è uno cero per levare lo corpo del nostro Signore Gesù Χρο di ghosta di £ III e ß X (739r 34-35), assieme ad altri ceri identici donati alla chiesa de’ frati de’ Servi della Donna (739, 31) all’opra di messer santo Frediano di Luccha (740 13-14), e all’opra di santo Andrea in Pellaria (740 17) perché comparissero tutti e quattro nella processione del Corpus Domini, cosa gradita e voluta da una Compagnia che voleva essere ragguardevole in città. Per opra <opera, si intende in Toscana la Fabriceria di un edificio sacro prevista dal diritto canonico (BARBERO -Frugoni 2011:s. v). L’ente provvedeva alla manutenzione dello stabile, alle candele per l’illuminazione e ad altre eventuali necessità.

La beneficenza di due ß viene fatta da Done anche al comune di Luccha, per le spese di servizio pubblico, e per la manutenzione delle mura di Luccha, e all’ospitale di santo Iacobo d’Altopasco (740, 11), mentre lascia venti ß all’opra di santo Giovanni magiore (740, 12) o di San Giovanni Battista, nell’omonima piazza di Lucca, della quale preferenza non viene spiegato il motivo. L’Ospedale di San Giacomo d’Altopascio era sulla variante della Via Francigena, percorsa dai pellegrini che andavano a Roma o, se non potevano andare a Campostela, si recavano a Pistoia a venerare la reliquia di San Giacomo custodita nel bellissimo altare d’argento della cattedrale. Verso il 1100 vi ebbero la loro sede i Cavalieri dell’Ordine Ospitaliero d’Altopascio. Quest’ordine fu soppresso nel 1459 una prima volta, ma continuò fino al 1588, quando passò ai Cavalieri di Santo Stefano. La “Magione dei Cavalieri dell’Altopasso” (MATRAIA 1963: 43, n. 204 e 208; 76, n. 488; 82, n. 532) fu fondato nel 1084, nel vicolo dell’Altopascio a Lucca (Belli Barsali 1953: 130); era una dipendenza dell’Ospedale di San Giacomo di Altopascio, sulla variante della via francigena. Nell’omonimo paese ,in ricordo del servizio di ristoro per i pellegrini, c’è ancora la festa del calderone, rammentato anche da Boccaccio, Decam. 6,10. I distintivi di questi pellegrini erano il bordone, la zucca e soprattutto una conchiglia legata al collo. Lungo il percorso l’ospitalità era concessa secondo la carità e al buonsenso degli abitanti dei paesi. Arrivati a Pistoia, prima di entrare in cattedrale, i pellegrini potevano trovare un riparo nell’atrio della Basilica della Madonna dell’Umiltà; su ciascun angolo del soffitto dell’enorme ingresso rettangolare della chiesa è raffigurata una conchiglia, simbolo dell’ospitalità di San Giacomo; in basso ai lati ci sono lunghi panconi di pietra per accogliere i pellegrini stanchi.

La monetazione lucchese

È abbastanza arduo tentare di capire quanto valesse un fiorino; Done valutaun cavallo da X in XII fiorini (741,23), probabilmente d’argento; in altri casi scrive fiorini d’oro (747. 11;747. 13-14;747. 13-16;746, 36;749,2;751, 10.14;752, 2.15.19.26), e poi ci sono anche i florini L di piccioli (741,16), mentre non vengono mai rammentati i gROSSI pisani. Per avere un’idea meno chiara della confusione tra le monete dell’epoca, basta leggere ZANETTI 1779: 404: Assai più tenue era la lira lucchese nel 1347, poiché non era che circa la terza parte del Fiorino d’oro… Di fatto in Lucca circa il 1350 il Fiorino valutavasi Bolognini 31 circa, ognuno de’ quali valeva due soldi; ed in Bologna nel 1348 correva per Soldi 31, 8, cioè una lira era pressoché 10 ß (gROSSI). A complicare ulteriormente il problema era la valutazione molto arbitraria del fiorino d’oro da parte dei singoli Comuni. La cifra di un fiorino (= tre £ e 10ß) per un cero sembra spropositata; però il costo dovrebbe essere ridimensionato giacché nel 1340 era in Pisa (dal 1342 al 1369 Lucca è dominata da Pisa) il Fiorino salito a £ tre; ma era una divisione immaginaria fatta immutabile per legge o per uso (ZANETTI 1779: 417); se vogliamo chiarirci ancora meno le idee, c’è una nota dello ZANETTI 1779: 334 in cui il pisano Ricucco Ricucchi, nel 1347 paga al comune di Pisa £ 2512 e ß 16 per 700 fiorini, valuta che a Lucca poteva essere pressoché simile, ma non uguale. L’unica certezza è 1 £ = 20 soldi = 240 denari e 1 grosso = 1 soldo = 12 denari piccoli; si lasciano tutti questi numeri alla fantasia di chi tenta di capire qualcosa sul valore effettivo della moneta dell’epoca.

Le incertezze che abbiamo sulle valute possono essere ancora più confuse se si conteggiano i pagamenti di acquisti da parte di Done presso Giovanni Veronelli da Moriano (747 5-14): le possessioni… montòe… £ IIIcenta VII e ß XIII. Giovanni però non volse i soldi, ma della stessa cifra venne fatto un documento presso il notaio Bartholomeo di messer Bonmese l’11 maggio 1337 con denari IIII in più. Il 18 maggio successivo Done dà a ser Giovanni venti fiorini d’oro dietro ricevuta privata; l’8 di giugno successivo gli dà ancora sei fiorini d’oro. Il pagamento continua il 3 luglio con un fiorino d’oro dato a Nicolao, nipote di Giovanni, che riceve altri 3 fiorini d’oro il 20 luglio e un fiorino d’oro il 5 agosto; il pagamento sembra concluso con £ cento date a monna Bice pronipote di Giovanni il tre gennaio 1338. In pratica si tratta di 31 fiorini d’oro e £ 100, che corrisponderebbero a £ 307, ß XIII e IIII dr. Per complicare ulteriormente i calcoli, nei righi sottostanti 747, 33 -34 Done dice di aver pagato a ser Giovanni £ IIIcenta VI, ß XIII VI p(iccoli) IIII b(uoni) £ due ß XIII, dnr VII b. Ciò significa che un fiorino d’oro nel 1337-1338 valeva appROSSImativamente 10 £; il valore di un fiorino per £ tre dato da ZANETTI 1779: 417 fa pensare ad una rivalutazione della lira lucchese-pisana dopo il 1342, ipotesi confermata anche dal fatto che Giovanni Veronelli voglia essere pagato in fiorini e non in lire. Il valore di un panno paonasso di £ dieci ß XIII b (747, 36) non offre parametri per capire la situazione monetaria già complicata di suo, anche perché un mantello dello sclamito (748 3-4)per il quale cui Done paga florini quattro d’oro, fu venduto fiorini III 1/2 con la perdita di £ una ß VIIII b(uoni). L’oggetto in questione è la copertura di uno sciamito, (MUZZARELLI 1999: 228.229.360, dal gr. tardo ἑξάμιτος «tessuto a sei licci», comp. di ἕξ, ἐξα-«sei» e μίτος «liccio, filo», letter. drappo di seta pesante, di vario colore, spesso vermiglio o rosso amaranto.

Lascito a Bonaiuto Lupori (740 20-23).

Done rende al nipote Bonaiuto Lupori le possessioni di quattrocento lire che Bonaiuto gli aveva dato con un contratto del 1347 del notaio Fava Beccafava. Questo notaio compare come notaio in AdSL, S.Giovanni 16 Gennaio 1335 mazzo n. 391, che riporta un pagamento fatto al mercante Done quondam Pietro Alluminati da Marco Orselli; Spedale di S.Luca 10 Maggio 1337 mazzo n. 400; Sbarra 11 Marzo 1338, mazzo n. 403; S.Ponziano 8 Ottobre 1340 mazzo n. 414; Sbarra 6 Dicembre 1340 mazzo n. 415; Sbarra, 27 Marzo 1341 mazzo n. 416 in 25-04-1342 -Arnolfini 25 Aprile 1342 mazzo n. 419 è un privato cittadino.Bonaiuto doveva essere figlio di qualche fratello di donna Mellina (741, 24) o delle altre due defunte mogli, Vanna (744,3) e Vannella (744, 5). Un calcolo piuttosto appROSSImativo di questo capitale, seguendo ZANETTI 1779: 404, corrisponderebbe a 133 fiorini fiorentini, ovvero dodici cavalli da X in XII fiorini (741 23), ma la realtà dei fatti doveva essere ben diversa. Bonaiuto viene messo in evidenza prima di tutti gli altri, segno chiaro che Done gli era particolarmente grato, tanto da rendergli le sue proprietà senza pagare nullo pregio(interessi; 740,21). 

Lasciti al nipote Alluminato (740 24-35).

Il nonno Done ha un occhio di riguardo per il nipotino Alluminato, figlio di Giovanni, uno dei quattro legittimati, e gli lascia £ dugento (740, 25) in possessi e rendite perché sia autosufficiente. Qualora Alluminato fosse morto senza figli, la quota doveva tornare ai figli legittimi di Done (740,27-30); se rimanesse fillioli legittimi, le £ 200 rimagna (740,32)ai suoi figli legittimi che nde avesse (740,32). Tale rendita doveva rimanere inalienabile se non in caso di estrema necessità e non può cressere (aumentare 740, 33). Sebbene Done sia molto religioso e faccia offerte alle varie chiese, qualora il nipotino Alluminato intrasse in religione (741, 1-2), è disposto a lasciargli soltanto £ cinquanta di piccioli per entrare in convento e £ dieci piccioli ogni anno fino all’età di 15 anni (741, 3-7); senza fare inutili tentativi di dare un valore appROSSImativo a questo lascito, si capisce che si tratta di una somma irrisoria. Si nota però che Alluminato dovrebbe entrare in convento già da piccolo e che dovrebbe portare con sé la stessa dote di Piero quando introe in de’ frati del Càrmino adì XIIII agosto in MCCCXLVII (741, 14-16).Qualora donna Mellina volesse fare di Alluminato figlio di Giovanni, un buono omo, cioè un uomo colto e altolocato, il nonno Done gli lascia come vitalizio nove staia di grano e nove di miglio, staia ventiquattro di vino (circa 200 litri), £ cinque di denari, oltre allarendita di £ dugento, per calzarsi e vestirsi (755, 29-35).

I figli naturali di Done

Ai figli naturali bastano £100, come si dice in un privileggio (741,10) firmato davanti al notaio Francesco Salani (lo stesso del testamento). Ovviamente, secondo la mentalità medievale, per la quale le ragazze erano da meno dei maschi, alla figlia Lena (ipocoristico di Maddalena) basta la metà, cioè £ 50 (741,12) e un panno per farci una cotta grande (742 25). 

Se poi i maschi entreranno in religione come ha fatto Piero, prenderanno quanto lui, ovvero florini L di piccioli (741,16). 

Giovanni si è sposato e ha dato a Done il nipotino Alluminato (740 24-35); Francesco è stato tre anni in Lumbardia , probabilmente perché non stava in obbediensia (741,17-18)o per chissà quale controversia con suo padre. Era tornato il 25 settembre 1347 con grande gioia di Done, che gli aveva pagato la pigione (affitto; 741,17-20) e ugn’altra cosa. Francesco però prese quanto gli toccava (si pretiò)e ripartì il 25 ottobre; tornerà il 2 dicembre probabilmente senza i beni di cui aveva fatto man bassa (menonde, 741,23) prima di andare via: un cavallo da X in XII fiorini, uno pilliccione nuovo di Armellina, e una gonella, calse e chontagi di Done (741,23-24). Il pilliccione nuovo valeva sicuramente molto; era un soprabito che indossavano uomini e donne ovviamente con rifiniture diverse. La gonella da uomo è un vestito che arriva fino al ginocchio; per la donna arriva fino in fondo ai piedi, spesso con lo strascico (BOCCACCIO, Decamerone, Giornata ottava -Novella quarta); Ovviamente Francesco pensa che i chontagi (pantaloni aderenti) si adattino più a un giovane come lui che al padre avventuriero ormai attempato. Dal discorso poco chiaro delle righe 741, 25-31 si capisce che Done non vuole dare a Francesco le 100£, proprio perché si è portato via tutti questi beni; lascia però la decisione a donna Mellina anche per altri vestiti (742,30). 

Done, considerando bene la sua inclinazione a avere figli sparsi per il paese, pensa che anche i suoi figli possano fare altrettanto e lascia alla volontà di donna Mellina di accudire agli eventuali nipoti degli altri figli naturali (756, 1-6).

Siccome ha fatto il padrino di battesimoa Pagano, figlio di Tieri Gentili(750, 31-33), vuole lasciare al figlioccio un lascito di £100 di buona moneta, cioèquella il cui valore di metallo prezioso corrisponde al valore effettivo. Siccome le monete d’oro e d’argento venivano riconiate da altre zecche, perdevano il loro valore intrinseco. Moneta buona era dunque quella nuova.

Petra, erede quasi universale (750, 34; 751, 1-14). 

Petra, figlia di donna Mellina, è lasciata da Done erede universale finché sua madre non partorirà: se nasce femina una o più (751, 2) l’eredità viene divisa per rata (751, 2), cioè in quote; se nasce maschio uno o più (751, 4-5) l’eredità passerà a loro; Petra avrà una dote di soli 500 fiorini d’oro perché possa stare orrevilmente (onorevolmente; 751, 11) in casa del proprio marito senza che le manchi nulla. Petra diventa erede di Done se non ci sono figli maschi, se non si sposa e se donna Mellina si risposa (743, 13-18).

Qualora resti con la vedova Mellina, potrà avere oltre a vesti e scarpe, un vitalizio di ragione (proporrzionale)che permetta a donna Mellina di mantenerla dignitosamente (755, 25-28).

Lascito a Ciomea e Lena (741,32-37)

Ciomea sorella di Done e Lena figlia naturale, ricevono £5 ogni anno in caso di vedovanza (741,32-33); viene specificato inoltre che questa somma serve per pagare pigione, cioè l’affitto della loro abitazione ov’elleno vollesseno stare (741,35). Per questo Done lascia una lunga lista di staia di biada e di rendite che fanno parte della dote di Ciomea (749 11- 23). Dopo la morte della sorella la dote doveva tornare a Done (749, 14-16) secondo un rogito del notaio ser Iacopo ser Franceschi della Volpe. Di questo notaio, ma non del documento a cui si riferisce Done, abbiamo menzione in un atto dell’AdSL – S.Nicolao del  1 Maggio 1348,  mazzo n. 441; della carta per mano di ser Rabbito Toringhelli fatta in MCCCXXI aut XXII di 749, 20-21 non si sa nulla; il notaio Toringhelli compare precedentemente come Turinghelli (746,16). Done vuole che con il denaro ricavato dalla eventuale vendita dei beni di Ciomea (749, 22-23) si faccia uno hospitale(749, 22) davanti alla casa di proprietà vicino alla chiesetta di Santa Maria Novella dell’Acqua Calda per albergare poveri pelegrini viandanti in suffragio dell’anima sua e dei suoi parenti (749, 22-31). Tale edificio deve essere lungho braccia XXVI e largo braccia X per uno spazio che comprenda sei letti (749, 21-31). Forse l’edificio da ristrutturare era la casa degli Alluminati vicino Santa Maria in Corteorlandini all’angolo del quartiere di cui parla MATRAIA 1963: 34, n. 427; era stata comprata in della terra fue di Rodolfo Martini (749, 24), di cui (non del documento riferito da Done) abbiamo notizia in AdSL Archivio dei Notari  10 Dicembre 1345  mazzo n. 430.

Se Done intendesse il braccio mercantile di circa 65 cm, si avrebbe una superficie di m 17 x 6,5, dove sei letti sarebbero piuttosto vicini; il braccio agrario di circa cm 78 prevedrebbe un edificio di pressoché m 20 x 8, ciascun letto in m 3 x 1, 40, superficie abbastanza probabile. Le 15 £ di spesa possono far congetturare solo ipotesi sul presunto valore dell’immobile, ma, a causa dei differenti parametri di valutazione dei beni di prima necessità, non possono essere confrontate con la stima che oggi si potrebbe attribuire a tale costruzione. Si ha un sunto dell’arbitrarietà delle misure lucchesi nel doc.17729 del II vol. dell’indice dell’AdSL, che riporta uno studio di Cordero da San Quintino sui commerci lucchesi e genovesi (Cordero da San Quintino, Cenni intorno al commercio dei lucchesi coi genovesi nel 12. e 13. secolo: con alcune ricerche sul valore delle monete…: lezione detta nella Reale Accademia lucchese… / dall’accademico Giulio de’ Conti di S. Quintino, Lucca 1838), che fornisce misurazioni proporzionali ad altre misurazioni piuttosto arbitrarie: “de’ Pesi e delle Misure di Lucca fece uno studio particolare; pensò che il Braccio s’introducesse sulle prime come misura più idonea nell’arte della seta, ma esser dubbio se si formasse mediante il raddoppiamento del Piede Romano, o aggiungendo due Oncie a quello di Liutprando, come si fece in Piemonte; … crede bensì che quelle misure di ferro dell’anno 1296, che ad uso de’ tessitori di drappi furono poste nella facciata di S. Cristofano, abbiano per base il Braccio, il quale sarebbe stato allora di una lievissima misura più lungo” (AdSL, Comune, I, Regime antico, documento 17729). Si noti inoltre che ogni comune aveva la propria misurazione, che nell’applicazione diveniva ancora più soggettiva. Si veda anche Eusebio, Ludovico, Compendio di metrologia universale: monete, pesi, misure moderne; Vocabolario metrologico: monete, pesi, misure antiche e moderne, Bologna, Forni, 1967.

La soro Ciomea e la figlia Lena (752, 25) avranno un panno a giudizio di donna Mellina per fare una cotta grande per ognuna (742, 23-31). La cotta è una sopravveste più corta della gonnella. Per i maschi è lunga fino al ginocchio; per le donne rappresenta una specie di gonna con corpetto lunga fino alle caviglie. Aveva le maniche lunghe e larghe, di solito più corta della sottana. Era realizzata in tessuto pregiato, spesso di seta, e veniva usata in genere d’estate (MUZZARELLI 1999, 355). È rimasta come veste ecclesiastica bianca e corta da indossare sopra la tonaca.

Donna Mellina ovvero l’abbadessa Mellina(752, 1-753, 7).

Per lascito testamentario il futuro di donna Mellina è già deciso su tre possibilità. La prima (751, 3-33) è che rimanga in casa ad accudire ai figli non prendendo marito; in questo caso è donna e padronessa del luogo e della ecchiesa dall’Acqua Calda e d’ugn’altra cosa (754, 12 -18): donna Mellina può stare in uno de’ tre primi solai della casa grande che era dei fillioli Guidiccioni (MATRAIA 1963: 57, n. 339). Il cinquecentesco Palazzo Guidiccioni è attualmente sede dell’Archivio di Stato a cui appartiene questo testamento. Done doveva aver comprato la casa dai Guidiccioni, dei quali conosciamo come discendente illustre il cardinale Bartolomeo (Lucca, 1469 -1549) e un poeta Giovanni (Lucca 1500 -Macerata 1541). In questo caso prevede come suo vitalizio moggia due di grano e staia sei di fave e £ dieci di olio, carro uno di vino e meço di vino del miglore che del mio si ricchogle l’altro sia di vino comunale (staia XXIIII), £ cinquanta di carne insalata, £ dieci di denari e indi debbiano fare medicare; Done provvede anche alle cure termali della moglie cioè al bagno, per £ X. (754, 19-32)

La carne insalata era conservata sotto sale con aromi, ed era il miglior metodo per non mandare a male le carni macellate e per dare loro sapore (SCULLY 1998: 62-66). Come all’epoca, l’attuale prosciutto o rigatino o pancetta fino a qualche tempo fa erano genuinamente salati con l’aggiunta di pepe e spezie. 

C’erano cibi appositi per rendere vigore ai malati. In casa di Done, dopo le medicine, i “ricostituenti” più importanti sono le fave, il vino e la carne, oltre ai bagni. SCULLY 1998: 294-206 fa l’elogio dell’orzo come cibo per i malati, non rammentato però da Done tra i suoi cibi energetici. Come piatto usuale anche per la quaresima, le fave risultano mescolate con latte di mandorle e uova (MARTELLOTTI 2005: 212 T52); si trovano anche con latte di mandorle o di capra (MARTELLOTTI 2005; 212 T48). Si potevano cucinare anche con cipolle, olio e zafferano (MARTELLOTTI 2005: 213 T50) aggiungendo assieme ad una tinca o altro pesce (MARTELLOTTI 2005: 214 T54). Quanto alla carne, per SCULLY 1998: 244-210 la dieta dei malati e malaticci è essenzialmente basata sul sugo ricavato dalla cottura di pollame, condito talvolta con spezie di vario genere, compreso lo zenzero, secondo le indicazioni date dai medici secondo gli umori galenici caldi o freddi, umidi o secchi, come visto altrove. Done rammenta la carne in generale, che in casa sua non doveva mancare; dal testamento non si può dedurre però né il tipo di carne adoperata per malati e nemmeno il metodo di cottura.

Per bagno si intendono “cure termali”. Non è detto che nel medioevo disprezzassero proprio i bagni o almeno le terme, come si vede. Non erano poi troppo distanti le acque calde di Montecatini, che dovevano servire probabilmente solo per bagnarvisi e non per berle. Ugualmente non doveva essere distante Bagni di Lucca per i medesimi scopi.

Se donna Mellina non prende marito, può usufruire del letto matrimoniale di Done e di un altro letto grande con tutto il corredo (755,5-6). La seconda possibilità è che donna Mellina si risposi(752, 1-4): in questo casoavrà solo come dota fiorini dugento d’oro (752, 2); inoltre deve restituire la terra a lei intestata comprata in data sconosciuta da Chiarino e Riccardo Pagani (752,3; Riccardo Pagani è presente anche in un documento AdSL Archivio di Stato del 5 Maggio 1311,mazzo n. 304 e Certosa del 20 Giugno 1342 mazzo n. 418; i due documenti sembrano parlare di notai nonno e nipote con lo stesso nome; Riccardo Chiarino del fu ser Lippo Pagani compare in un documento dell’AdSL Recuperate   13 Ottobre 1356 mazzo n. 458 ed è forse il fratello di Riccardo o addirittura la stessa persona con due nomi). Per terza possibilità Done ha già stabilito quello che deve fare donna Mellina, qualora restasse sola con la figlia Petra: dovrebbe fondare il monastero che Done ha già chiamato monasterio di santa Maria Novella dell’Acqua Calda (752, 23-24), perché viva in modo monachile (752, 8) con quattro o sei donne, delle quali sarebbe l’abadessa (752,17); per questo scopo le lascia la dote di duecento fiorini e tutto l’edificio con gli stabili attorno alla chiesa dell’Acqua Calda con il giardino annesso (752,9 donna Mellina potrà fare entrare in questo convento le donne che vuole lei e sarà padrona a vita della sua dote e di tutto il patrimonio, che diventerà eredità del monastero (752,19). Qualora non ci siano figli superstiti di Done (755, 11-17), deve essere fondato comunque un monastero per almeno una decina di ragazze povere vergognose o donne onorate (752,32) delle quali donna Mellina sia donna (752,34), cioè superiora, e possa nominarne o destituire la badessa. Come lascito al monastero Done attribuisce tre moggi di grano e tre di miglio e tre carri di vino e dodici libbre d’olio oltre ai duecento fiorini di dote di Mellina (752,24-25). Done vuole sicuramente imitare la fondazione del primo monastero delle Suore dei Servi in piazza Santissima Annunziata a Firenze da parte di santa Giuliana Falconieri con il contributo del lascito testamentario del Gonfaloniere di giustizia Gherardo di Migliore Guadagni (1323-1383).

Con un discorso piuttosto contorto e non chiaro (755, 7,17), Done fa intendere che, se donna Mellina non vorrà fondare il monastero, resterà ugualmente padrona di dare al nipote Alluminato i beni di Done o ad altri figli come meglio crede (755, 5-14). 

I vestiti della vedova donna Mellina e degli altri

Donna Mellina deve avere gonella e guarnaccia grande emantello di panno bruno che sia orrevile  (742, 16-17; onorevole); si deve fare anche una seconda gonella e guarnaccia tonda di panno bruno di non tanta ghosta (742, 18-19) cioè di prezzo inferiore; donna Mellina dovrà avere bende e due veli(742, 15-23). 

La guarnaccia maschile è una veste con cappuccio, maniche abbastanza grandi, stretta in vita e lunga fino alle caviglie; per le donne era una specie di mantello con cappuccio con maniche aperte al gomito; si chiudeva sul petto ed era più corto della gonna e della cotta, che si dovevano vedere, dato che erano fatti apposta per apparire. La guarnaccia tonda di cui parla Done è un cerchio di stoffa con un cappuccio e con un’apertura centrale che veniva chiusa sul petto. Sopra alla guarnaccia, si poteva portare anche un mantello. Il colore nero è tipico del ceto sociale alto (MUZZARELLI 1999: 357 e la relativa bibliografia; Lambin, Rosine Le voile des femmes: un inventaire historique, social et psychologique Bern, p. Lang, 1999. Abiti e fogge civili e militari dal 1 al 18 secolo, Federazione Casse Risparmio della Toscana, 1975; Riproduzione, Istituto italiano d’arti grafiche, 1914, tavv. xxvi xxviii).

Le bende erano bianche per le donne libere e nere per le maritate; si legga a proposito Dante, Purgatorio VIII, 73-75: Non credo che la sua madre più m’ami, / poscia che trasmutò le bianche bende, /le quai convien che, misera!, ancor brami. Il riferimento dantesco è a Beatrice d’Este, figlia di Obizzo e moglie di Nino Visconti; sua è riferito a Giovanna, loro figlia. I due veli sono segno di nobiltà; uno era bianco sopra le bende e il secondo nero.

Per testamento Done lascia che donna Mellina sia padrona di vestire anche la figlia Petra e la nuora Francesca, ma, se vuole, può pensare anche ai vestiti di Giovanni, Francesco, Lemmo Piero, Alluminato e di eventuali nipoti (742, 28-31). 

La Chiesa di Santa Maria Novella dell’Acqua Calda

Il toponimo Acqua Calda, che compare nel testamento di Done Alluminati (742, 1; 743, 1; 749, 23; 751, 32; 752, 12.24.30) non si riferisce ad un’inesistente sorgente termale tra il Serchio e le mura di Lucca e neppure ad un posto preciso dove fosse avvenuto un miracolo o dove potesse esserci un ristoro per i pellegrini o per i viandanti. Non è da confondere neppure con il balneum caldum de Corsena… in loco dicto Acquacalda di un’altra pergamena dell’AdSL (Spedale di s. Luca, 17 Settembre 1292, n. 247). L’origine del toponimo deve essere ricondotto al longobardo Wald ( ARCAMONE: 2014, pp. 39-45) latinizzato prima in guald > gualdo / gualda e poi confuso con il paretimologico calda < CĂLĬDA. Ne sono testimonianza altri idronimi nei dintorni di Lucca, specialmente in Garfagnana, che hanno poco di termale; se ne riportano solo alcuni esempi: Fosso della Calda, Fosso delle Calde, vicino a Castelnuovo di Garfagnana, Fosso della Costa Calda vicino a Fabbriche di Vallico, Pescaglia; Fosso delle Calde vicino a Fosciandora. Si trova un Rio della Calda presso Villa Basilica e un Solco delle Bozze Calde nei pressi di Camaiore. Anche Fosso di Caldone, assai distante dalle terme di Bagni di Lucca, deriva da Wald anziché da CĂLĬDU. Stabilire l’esatta estensione del territorio dell’Acqua Calda è abbastanza difficile, data l’appROSSImazione consueta delle delimitazioni medievali, ma la zona doveva essere piuttosto vasta: andava da Ponte san Quirico (da non confondere con il Ponte di Monte san Quirico) fino alla zona di San Leonardo e alla posterula di San Frediano; probabilmente comprendeva anche i dintorni dell’attuale via delle Piagge (pergamena 13 Agosto 1297) al di là del Serchio. Si notino i toponimi tuttora presenti via dell’Acqualcada e San Leonardo in Borghi. Il toponimo Acqua calda (745 9-31) compare in vari documenti dell’AdSL che vanno nell’arco di interesse dal 1146 al 1347, ma si trova anche in datazioni successive: 9 Febbraio 1200: mazzo n. 66 (S. M. Corteorlandini )… Rugerio quondam Ugolino de Aqua calda…; 5 Agosto 1227: mazzo n. 110 (S. M. Forisportam): ubi dicitur all’aqqua calda; 21 Agosto 1235: mazzo n. 125 (S. M. Corteorlandini)… in archolis aque calide…; 6 Dicembre 1244, mazzo n. 144 (Archivio di Stato):… Buiamons de Aquacalda…; 5 Luglio 1287: mazzo n. 233 (Certosa)… in loco ubi dicitur all’aqua calda…; 13 Agosto 1297, mazzo n. 259 (Archivio di Stato):… Ropertus de Aqua Calida in loco dicto Piagge…; 11 Gennaio 1299: mazzo n. 264 (S. Romano): Contrada sancti Leonardi…. in finibus aque calide in loco dicto Guasto,… Contrada Sancti Leonardi in capite Borgi in loco dicto Aqua Calida…; 27 Settembre 1314 (Archivio dei Notari )… in brachio aque calde in plageis […] filiorum Malisardi…; 13 Gennaio 1316, mazzo n. 317 (Spedale di S. Luca ) in finibus brachii aque calide… in borgo sancti Frediani in Ruga anteriore… in loco Parlascio (bera-laikasz;  ARCAMONE 1986: 403-404); 5 Febbraio 1323: 5 Febbraio 1323, mazzo n. 344 (Certosa):… sancti Leonardi capiti burgi in aque calide lucane civitatis…; 4 Febbraio 1333, mazzo n. 383 (Certosa): de brachio aque calide contrade Sancti Leonardi capitis Burgi…; 20 Gennaio 1313: mazzo n. 309 (S. Nicolao)… in contrata sancti Leonardi capitis burgi in brachio aque calide… posita in dicto brachio in plageis intra pontem sancti Quirici et posterulam sancti Frediani que coheret ab una parte vie classo budellaio et ab altera terre dicti domini Nicholai…; 31 Agosto 1321: mazzo n. 338 (S. Nicolao):… de brachio Aque Calide Contrate sancti Leonardi Capitis Burgi…; 12 Novembre 1322: mazzo n. 343 (S. Nicolao) in contrata sancti Leonardi Capitis Burgi in brachio Aque Calide… intra pontem sancti Quirici et posterulam dictam seu que dicebatur sancti Frediani… ab una parte vie seu classo budellaio….; 28 Agosto 1331: mazzo n. 377 (S. Nicolao)…de brachio aque calide… in brachio aque calide sancti Leonardi capitis burgi…; 3 Agosto 1339: mazzo n. 408 (S. Nicolao)…… de brachio aque calide contrate sancti Leonardi capitis burgi…; 29 Luglio 1347: mazzo n. 437 (Spedale di S. Luca)… de brachio aque calide…; 30 Marzo 1353, mazzo n. 452 (Certosa ): in confinibus contrate sancti Leonardi ca[pitis] burgi, in loco dicto all’Acqua Calda…; 27 Ottobre 1362: mazzo n. 470 (S. Croce) unam petiam terre positam in brachio aque calide…. Le due pergamene del 25 Novembre 1146: mazzo n. 33 (S. M. Corteorlandini)… in loco […] a[cqua] calda prope fossam dictam Bocentoro…; 19 Giugno 1199: mazzo n. 65 (S. M. Forisportam) in loco et finibus acque calide ubi dicitur Cantone Ciriola… sono interessanti perché, oltre al toponimo Aqua Calda riportano due termini tipicamente veneziani: bocentoro e ciriola < CEREŎLA (REW 1829). Il primo si riferisce chiaramente alla imbarcazione dei dogi di Venezia; il secondo potrebbe alludere invece alla festa della candelora (MERLO 1915, 15). Un altro etimo potrebbe essere anche ceriòla, che Du Cange (s. v) riporta come variante di cercella < *cercedula <QUERQUEDŬLA, un’anatra; il significato potrebbe avere una giustificazione, dato che si tratterebbe di animale selvatico, ma l’evoluzione dell’etimo sembra un po’ difficoltosa. Con tutta probabilità si tratta di CEREŎLA > ciriòla non presente nelle parlate toscane, con il significato di anguilla giovane, come invece compare soprattutto nelle parlate venete; nel romanesco assume il significato traslato di pagnotta allungata. 

I termini bocentoro e ceriòla testimoniano la presenza dei mercanti lucchesi a Venezia già prima delle notizie che si possono avere dai documenti del XIII secolo e già precedenti alla conquista di Lucca da parte di Castruccio Castracani, che provocò la fuoriuscita di molti esuli e mercanti che si rifugiarono a Venezia (ROSSI 2012:. 104-105, con la relativa bibliografia).)

La chiesetta di Santa Maria Novella dell’Acqua Calda (745 9-31).

Frate Filippo Iohanni deve fare l’inventario che arò dichiarare(745, 11). come dice Done. 

C’era una maggine grande (745,13), ovvero una scultura o intaglio che precedentemente faceva parte della pietratombale del fratello Alluminato sepolto in san Frediano (745, 15); probabilmente rappresentava un soggetto religioso che era adatto alla chiesetta. 

Nell’inventario c’è una Madonna d’alabastro in piedi con il Bambino (745, 14); un Crocifisso su taula di alabastro (745, 14); ai lati del crocifisso c’erano, probabilmente in bassorilievo d’alabastro, la Madonna e San Giovanni (745, 16-17), come in genere si trova nelle rappresentazioni secondo il vangelo di Giovanni 19, 26-27. Un altro crocifisso d’ottone era discruso (745, 17), ovvero non fissato a qualche tavola o parete. C’erano poi sei libri grandi da officiare (745, 18), ovvero antifonari o salteri per cantare in coro davanti ad un badalone, un enorme leggio su cui nei conventi o monasteri venivano posti i gROSSI libri a caratteri e neumi visibili da alcuni metri perché tutti li potessero vedere; questo ci fa capire che l’annoale (743,23)il trigesimo e le altre ricorrenze erano frequentate da molti religiosi che dovevano pregare per il defunto. L’inventario comprende anche un libro (745, 18), che raccoglieva preghiere, antifone, alcune letture, prefazi e canoni per celebrare la messa, secondo la libertà liturgica precedente al Concilio di Trento; era stato regalato alla chiesetta da prete Nicholao compagno di prete Filippo (745, 19,per un prestito fatto da Done di £ quattro e ß nove di piccioli (745, 19), probabilmente mai restituito. Quanto ai paramenti sacri la chiesetta aveva una pianeta fornita dimeçata vermiglia e verde (745, 20) , verde e rossa, completa di stola, manipolo e borsa. Si tenga presente che dopo il concilio di Trento nella chiesa cattolica si usano i paramenti di quattro colori, viola per l’avvento e la quaresima, bianco per il periodo di Natale e Pasqua; rosso per il venerdì santo, le feste dello Spirito Santo e dei martiri, verde nel periodo ordinario; c’è anche il colore rosa per la terza domenica d’Avvento e di quaresima; il colore nero era per i defunti, ma fu sostituito dopo il Concilio Vaticano II con il viola; nel medioevo invece c’era libertà di far cucire i paramenti secondo la stoffa che era stata ricevuta in dono. La pianeta in questione era dimeçata, cioè non arrivava fino ai piedi come le casule attuali. Una seconda pianeta fornita gialla e arsura di sendado (745, 21), era completa di stola, manipolo e borsa; in più era affettata (745, 21),cioèa strisce gialle e azzurre. Lo zendado è un tessuto di seta, molto fine (MUZZARELLI 1999: 361) e piuttosto costoso (MUZZARELLI 1999: 160-161). L’azzurro e il nero si ricavavano dal guado; per la produzione del giallo si veda ancora MUZZARELLI 1999: 163; qui i giallo non sembra sgradito come vuole MUZZARELLI 1999:164. C’erano inoltre una cotta nuova fornita (745, 22), cioè una veste corta, eun camicio fornito (745, 22), lungo fino ai piedi; ambedue avevano le maniche. Per celebrare la messa nei giorni feriali c’era una coppa senza piede da posare su un piedistallo di stagno; nelle solennità sul piedistallo veniva posato una coppa d’ariento (745, 23)

Due stagnatelle e una scudella di stagno (745, 24), che in qualche modo assomigliavano all’argento, ma erano sicuramente meno costose, servivano una per la purificazione dopo l’offertorio e l’altra per la purificazione dopo la celebrazione della messa; la scudella (745, 24). serviva per metterci l’acqua santa. 

La chiesetta aveva inoltre un candeliere grande di ferro (745, 24), una tovaglia per coprire l’altare con due tovalioli (745, 25), da usare uno per la purificazione dopo l’offertorio e l’altro per la purificazione del calice dopo la comunione. Non è chiaro se Done intende per paramento (745, 25) un corredo intero dell’altare compresa la tovaglia o solo una copertura della base dell’altare; comunque questa stoffa era di giubba (745, 25), < ar. giubah, veste di cotone) gialla, intesa qui non come veste ma solo come tessuto.

Il coio da tenere in su l’altare (745, 26-27), serviva per metterci sopra l’acqua e il vino per non sporcare la tovaglia. Uno altare via legìo (745, 27) è un ambone per leggervi il Vangelo. Nella chiesetta ci sono inoltre una tavola con un angelo (dipinto? 745, 28) , una campana del peso di venti libbre (745, 28), circa sette chili, supponendo che la libbra lucchese fosse più o meno 350 grammi; anche in caso diverso, si tratta sempre di una campanella da interno della chiesetta, non certo da campanile. 

La magine piccola di santo Nicholao et santa Sita (745, 29) indicano il culto notevole che ricevevano questi due santi, in particolare santa Zita, patrona di Lucca. Celebre è l’anziano di Santa Zita Dante Inf. XXI 38. Molti degli oggetti precedentemente rammentati forse erano contenuti in un soppidagnulo (< *suppedaneolum; 745, 30-31),ovvero un cassone con toppa e chiave.

Tre botticelle (745, 29-30) di capacità di XXII staia l’una dovevano servire per le feste e per le ricorrenze dell’obituario di Done. Si tratta di tre botti da circa 500 litri ciascuna di altezza di 1 metro, diametro di testa circa 80 cm e massimo100 cm; tali misure, ovviamente sono calcolate sull’appROSSImazione di uno staio a 25 litri.

Della chiesa di Santa Maria Novella del testamento di Done (743, 1.4; 744, 23; 745, 9; 749, 23; 752, 24. 33) parla un documento dell’AdSL (23 Dicembre 1316; S. Agostino, mazzo n. 320), dal quale si deduce che si trovava in luogo detto la Foresta e che la proprietaria era domina Purpurina; non è improbabile che l’attuale zona di via della macchia corrisponda a Foresta di una pergamena dell’Archivio di Stato del 23 Dicembre 1316, mazzo n. 320, che appunto indica l’ubicazione della chiesa di Santa Maria Novella dell’Acqua Calda di cui parla Done (743, 1.4; 744, 23; 745, 9; 749, 23;752, 24. 33). AdSL, 23 Dicembre 1316, Sant’Agostino, mazzo n. 320: In nomine Domini. Amen. Frater Lapus ecclesie sancte Marie Novelle dicte della Foresta qui locus actenus fuit quondam domine Purpurine sindicus et procurator nomine pro dicta ecclesia et loco et fratribus supradicte ecclesie seu loci ad hoc et alia facienda ut dixit contineri in carta publica manu ser Laççari Paulli notari facta hoc presenti anno et mense et die pro se in quibus ad eam predicto loco spectat vel in anima spectare posse previdenti utilitate dicti loci et fructuum ipsius ecclesie et loci pro tenimentis perpetuis et perpetua locatione Ceccho quondam Galli Benvenuti tiratori pannorum lucane civitatis contrade sancti Salvatoris in Muro presenti recipienti et conducenti unam petiam terre ipsius ecclesie et loci quae est in civitate lucana in Ardingo posterule sancti Frediani lucane civitatis aliquibus muris supra se quae coheret ab una parte vie publice et ab alia parte Franceschini Bastosi et ab alia parte Santuccii pistoriensis seu viam et ab alia terre dominarum monasteri sancti Marchi dicti del Sacco quam ecclesiam dixerat per amplitudinem brachia sex et medium et per longitudinem ordinis tredecim et medium, ad ractionem brachiorum quactuor pro qualibet canna ad mensuram lucanam vel si aliter aut melius per capitis latera seu loca reperitur quae petia terre ut supra dictum est eius terre frater Lapus pro se et dicto nomine ut supra dictum est adservit ad dictam ecclesiam et loci, iure proprio pertinere in integrum una cum inferioribus et superioribus, seu cum adcessibus ingressibus et egressibus suis et una cum omni iure actione ratione dono perpetuo possessione potestate usu derictis et melioramento existentium dicte ecclesie loco fratribus competit et competitur dicto Ceccho pertenuntur possessionibus perpetuis loca locavit donativum terre Cecchus et sui heredibus et proheredibus dictam terre petiam ut supra dictum est hanc teneat et recongnoscatur a dicta ecclesia loco, fratribus ipsius loci tam semper quam fructus per tenimenta, proprietates et perpetua locationem ad eam manutenendam usufructum et omnem suam utilitatem et commodum faciendi eam meliorem et non peiorandi et adiciendi extremum annum perpetuo quolibet mense decembri idem frati Lapo pro se et dicto loco et fratribus ipsius loco et forum subcessoribus pro ipso loco nomine libelli perpetuam a quo ipsum locum per viginti dinarios lucanos ad parvam lucanam monetam…. Morta donna Purporina, la proprietà è passata ai frati di un ordine non ben specificato, forse agli Agostiniani o meno probabilmente i Servi di Maria. Dal testo si deduce che il luogo, chiesa compresa, viene dato in locazione perpetua a Ceccho quondam Galli Benvenuti tiratori pannorum; non è dato sapere, però, come la proprietà sia arrivata a Done, che parla di nostra ecchiesa e ne enumera gli oggetti. Quanto all’ubicazione, occorre tirare ad indovinare per la consueta mancanza di precisione dei documenti medievali: la pergamena del 1316 dice che la chiesa era nell’Aringo della postierla di san Frediano, a confine da una parte con la via pubblica, con la proprietà di Franceschino Bastosi, da un’altra parte con quella di Santuccio da Pistoia o con la strada, e dall’altra, molto più significativamente, con il terreno del monastero delle monache agostiniane di San Marco del Sacco, cioè in Ardingo posterule sancti Frediani lucane civitatis aliquibus muris supra se quae coheret ab una parte vie publice et ab alia parte Franceschini Bastosi et ab alia parte Santuccii pistoriensis seu viam et ab alia terre dominarum monasteri sancti Marchi dicti del Sacco; il pronome relativo que si riferisce alla chiesa, di cui si parla chiaramente sotto, benché grammaticalmente possa essere attribuito anche alla petiam terre ipsius ecclesie; dal testo, però, si deduce che si tratta della chiesa. Si parla delle monache di San Marco del sacco in una pergamena dell’Archivio di Stato, S. Giustina, del 19 Aprile 1288, mazzo n. 234: “… Cum quidam diletti filii de civitate lucana deo devoti ad laudem et honorem dei et beati Marci… salute et utilitate ditte ecclesie beati Marci et dominarum de Ihesu dittarum de Saccho in ditto loco commorantium quandam confratriam seu fraternitatem dittam de sacto Marco ordinaverint…. La denominazione “del sacco” è spiegata da un’altra pergamena dell’Archivio di Stato del 9 Aprile 1285, San Frediano, mazzo n. 226:… canonicus fratrum penitentie Ihesu Xpi bononiensis qui fratres de sacco vulgariter appellantur…, ovvero canonico dei frati della penitenza di Gesù Cristo, di Bologna, i quali sono chiamati dal popolo frati del sacco. In un’altra pergamena del 17 Novembre 1320 dell’Archivio di Stato, mazzo n. 336, le monache agostiniane di San Marco del Sacco lasciano il monastero e chiedono alla badessa benedettina di Gello (Camaiore) di essere accolte tra le sue monache: Margarita abbatissa et Stefanuccia Lucia Vanna Nicola Angela et Bartholomea moniales monasterii sancti Marchi prope civitatem lucanam ordinis sancti Augustini et que olim dicebantur del sacco… genibus flexis et manibus iunctis obtulerunt se pro monacales et in monachas dicti monasterii de Gello et ipsius domina Filippe abbatisse cum omnibus bonis dicti monasterii sancti Marchi…. Anche le volontà di Done ci dicono poco (742, 1-4): il testamento parla di un giardino con un muro e di una cresta (argine), vicino ad un ponte con l’antimuro (protezione o parapetto) rovinato dall’acqua del fiume; tutto questo però è troppo generico per ottenerne riferimenti precisi. Si può dire soltanto che appROSSImativamente la chiesetta di Done era fuori dalle mura medievali, nello spazio davanti alla postierla di San Frediano nelle la vicinanze del monastero di San Marco. 

Lasciti per la chiesetta di Santa Maria Novella dell’Acqua Calda (743, 22-744,11).

Secondo un lascito piuttosto consistente (744,12-745, 7) Done vuole che nella chiesetta di Santa Maria Novella, la maitina della festa ovvero l’8 settembre, ogni anno, in su la meça tersa, ovvero alle 8,30, dal cappellano venga dato a cinque poveri un pasto di minestra e di pane (743, 4-8) o altro se è astinenza, purché i poveri siano saziati. Ai poveri lascia anche tre ghonnelle e camice per una spesa fino a 50 di piccioli (750, 25-26). A suffragio della sua anima nel settesimo giorno dalla morte (750, 28) devono essere date staia ventiquattro di pane cotto a’ poveri vergognosi (750, 28), cioè a quelli che veramente bisognosi, ma anche ad altri secondo il volere di Mellina (750, 27-30). Done vuole (743, 12-21) che nella stessa chiesa e nello stesso giorno di Pasqua in su la tersa, cioè alle 9.00, venga servito un pranzo per venti invitati con due vivande buone acconciamente e di vino biancho e vermiglio (743, 19) e altri vini, con pesche, fichi e uva. 

Mangiare all’ora terza è un’abitudine dell’epoca e l’usanza era considerata “sana” dai medici, che prevedevano l’alzata alle 5 del mattino, un pasto alle 9, la cena alle 17 e il riposo alle 21 (si veda SCULLY 1998: 82).

Si legga Dante, Convivio, cap. XXIII, 16: E però l’officio de la prima parte del die, cioè la terza, si dice in fine di quella; e quello de la terza parte e de la quarta si dice ne li principii. E però si dice mezza terza, prima che suoni per quella parte; e mezza nona, poi che per quella parte è sonato; e così mezzo vespero. I poveri ovviamente mangiano prima dei ricchi, i quali, come vediamo fanno pranzo all’ora terza, cioè alle nove, come spiegato successivamente (743, 19).

La minestra di carne e pane (743, 6) che Done fa dare ai cinque poveri (743, 6), era carne bollita con aromi in non troppa acqua, ma tale da poter fare una brodaglia in cui metterci il pane che serviva per raccoglierla (MARTELLOTTI 2005: 216-218; SCULLY 1998: 190.232). Nei pranzi meno frugali poteva essere usato un cucchiaio, ma una quantità maggiore di pane da intingere con le mani saziava sicuramente di più, come doveva avvenire per i cinque poveri del testamento.

I giorni di astinenza dalla carne erano il venerdì, tutto l’anno, poi anche il mercoledì e il sabato delle quattro tempora, come anche le vigilie delle feste maggiori o degli Apostoli (BIHLMEYER 1969: I, 415; II, 144) e ovviamente tutta la quaresima. L’8 settembre poteva cadere di venerdì in cui era proibito mangiare carne. Si vedano a proposito le ricette per la quaresima di Federico II in MARTELLOTTI 2005: 202 ss; si veda anche SCULLY, 1998: 68-69. 83-84.

L’obituario redatto da Done(743,22-31)

Secondo l’obituarioredatto da Done (743,22-31), il cappellano della chiesetta di Santa Maria Novella dell’Acqua Calda doveva celebrare una lista di anniversari dei defunti di famiglia, cioè l’annoale o annovale (743, 23) del giorno della sepoltura dei fratelli Alluminato (743, 25) Puccino (743, 1) della madre Donna Buona (743, 29), del padre Petro (743, 31), delle due mogli Vanna e Vannella (744, 3-4), e della cognata Chesina (744, 7); l’elenco riporta anche il futuro l’anniversario suo e di Mellina. I verbi si sopellìo (743,29) e soppelliosi (744,1) indicano chiaramente che il dies obitus corrispondeva al giorno della sepoltura, che spesso, specialmente per il popolo, coincideva con quello della morte. Per il settesimo (750, 28) ovvero per il settimo giorno della sua morte e per l’annovale Done lascia l’iniziativa delle celebrazioni al cappellano della chiesetta, frate Filippo Iohanni, sicuramente dei frati scripti (742, 7) ovvero dei Servi di Maria anche per il doppio nome, di cui il primo è lo stesso di San Filippo Benizzi, uno dei Sette Santi Fondatori dell’ordine. Il trentesimo (742, 9) dovrà essere organizzato da donna Mellina. 

Per il suo suffragio (742 5-14) Done lascia £ venticinque di piccholi perché donna Mellina li dia ai Serviti per celebrare dumiglia messe (742, 8); era un’usanza diffusa far celebrare le messe per i morti perché le loro anime abbreviassero la permanenza in Purgatorio; il problema è che, se le messe sono giornaliere, si arriverebbe a una durata di quasi sei anni; il rimedio per accorciare i tempi era fare celebrare pressoché assieme una decina di messe per volta da vari preti, che potevano ripetere anche tre volte la missa sicca, ovvero una celebrazione senza offertorio, senza consacrazione e senza comunione, che potevano essere ripetute solo in caso di necessità (BIHLMEYER 1969: 262). La celebrazione di messe e recita di preghiere per i defunti si fondano sulla dottrina delle indulgenze applicabili per modum suffragii, cioè in forma di intercessione, che sarà il motivo scatenante della riforma luterana(BIHLMEYER 1969: 265 con la relativa bibliografia). Ovviamente in queste occasioni si ritrovavano varie persone pagate per pregare per i defunti: donna Mellina riceve £ tre per fare recitare per tre volte i XII milia paternostri di santa Orsora (742, 14) che potevano essere detti in varie riprese, ma comunque in gran numero ogni volta. 

I possedimenti di Done

La lista di terreni e alcuni edifici riportati nel testamento vengono definiti per la rendita che oggi chiameremmo catastale secondo quanto producono le staia che vi si possono seminare, che indicano il valore del terreno, ma non il ricavato dalla mietitura (Luzzatto 1966: 129). Azzardando che con lo staio lucchese di 25 litri / chili si seminavano circa 1200 m2, per 10000 m2 occorrono circa 200 kg di semente. Facendo i calcoli giusti ma su presupposti sicuramente ipotetici, Paganuccio Orsucci da Sontagla da Sogromigno (744, 12-13) pagava la rendita e terra di staia otto di grano, su un terreno che era circa 9600 m2, quasi un ettaro. Un altro terreno di Paganuccio aveva una rendita di £ XXXV per staia sette di grano vel quasi (744 14 -16): uno staio, dunque, valeva pressoché cinque lire e corrispondeva ad una superficie di circa 8400 m2; Done aveva comprato il terreno alla corte della Podestade (744, 16)per un insoluto di Paganuccio (744, 18)al quale il terreno era stato pignorato dal Podestà di Lucca; allo stesso modo Done aveva comprato alla suscritta corte (Podesteria di Lucca) terra di staia tre di grano per insoluto di Tucchorino Colucci da santo Quirico a Petroia (744 17-19); il computo probabile porterebbe ad una rendita di quindici lire. Il conteggio si fa più complicato per la rendita e terra degli eredi di Baroncello da Lammari (744,20-24): ogni anno la rendita è di quattro staia, cioè venti lire su una presumibile estensione di 4800 m2, ma 6,7 lire (uno staio e un terzo) è della ecchiesa di santa Maria Novella (744, 23). Luporino Tucci ha un terreno da tre staia (744, 25-28), la cui metà spetta alla stessa chiesetta. Uno dei terreni di Done più estesi è a Lammari (744, 29-31); ha una rendita di staia nove circa (10800 m2) da parte di Truccino Riccomanni (744, 30), ridotta poi a staia 6 (7200 m2) da parte del nipote Puccinello Verarducchi (744, 31). 

Anche per misurare i vigneti vale la stessa regola delle superfici: il valore è costituito dalla quantità di vino da dare a Done: Puccinello Vannelli da Sansano di Mostisigradi (745, 2) paga la rendita su viti che producono staia dodici di vino (745,1-2), ovvero circa 300 litri, se lo staio lucchese è vel quasi 25 litri. Facendo il calcolo su un ipotetico vigneto, si arriverebbe a circa 20 filari e complessivamente 1500 piante, che allora non avevano nemmeno la fillossera. Lo stesso calcolo varrebbe, se fosse reale, anche per Micho (Michaelem) Giormani da Sansano (745, 3-4). 

Non si può fare un calcolo preciso della redita degli immobili: c’è l’affitto della metà per non pertìta d’una casa e ‘l terreno (745, 5) di Lunardo in Capo di Borgo (745, 5; AdSL S. Nicolao 20 Gennaio 1313: mazzo n. 309; MATRAIA 1983:12.12.90; 31-08-1321 -S. Nicolao 31 Agosto 1321: mazzo n. 338; 12-11-1322 -S. Nicolao , 12 Novembre 1322: mazzo n. 343; S. Nicolao, 28 Agosto 1331: mazzo n. 377; 03-08-1339 -S. Nicolao , 3 Agosto 1339: mazzo n. 408); l’altra meçça casa è di Lippo Amici (745, 7);altro immobile è la terra intestata a donna Mellina, che Done ha comprato da Chiarino e Riccardo Pagani (749, 24). 

La società con il fratello Alluminato e Landuccio Bandini(746, 9-37)

Dai discorsi contorti di Done per dimostrare che non aveva debiti con Landuccio Bandini (746,11) si deduce che esisteva invece un capitale societario di £ mille novecento sei e piccioli VI (746, 22).Landuccio dette dei soldi a Pagano suo cugnato (746, 13) confinato da Castruccio a Como in Lumbardia (746, 13-14). Gli avvenimenti sono riportati da MANNUCCI, 1820, pp. 40-42. Dopo che Castruccio prese il potere come Console a vita nel giugno del 1316, mandò in esilio gli avversari di parte guelfa. La data era I di marzo MCCCXVII (746, 17) giorno in cui presso il notaio ser Rabbito Turinghelli (già attivo anche nel 1326, AdSL Archivio di Stato , del 2 Settembre: mazzo n. 357) fu fatta una charta che segnava lo scioglimento della società (746, 16). Con un discorso complicato, Done dice che la società venne ricostituita con lo stesso capitale (746, 19-26); poi, aveva paura di Castruccio (746, 19-23), che dominò su Lucca dal 1320 al 1329, e volse una scritta (746, 24); cioè fece con i due fratelli il due aprile MCCCXVII una scrittura privata in cui si diceva che aveva avuto la sua parte (746, 25-27); Landuccio diceva di non essere stato pagato e Done presenta la defensione (746, 26-29); che, se fosse stato in debito, Landuccio gli avrebbe potuto chiedere i soldi durante i quindici anni prima della sua morte (746, 29-31); invece Landuccio si mise in società con Coluccio Laçari (746, 32); ne viene citata la vedova in un documento dell’Archivio di Stato del 30 Agosto 1342 mazzo n. 419; una figlia si trova in una pergamena Compagnia della Croce 17 Aprile 1331 mazzo n. 376; Coluccio è già morto nel 1332 e quindi non è quello del testamento. Non è escluso che si tratti di qualche parente dei Lazzari di Pistoia, il più famoso dei quali è Vanni Fucci di dantesca memoria. Tra i fogli di un libro di processioni indicato da Done c’è la guittansa dei pagamenti di Nieri Rossa o Lossa e di Pagano Vespasiani (746, 34-37). 

Sono menzionati inoltre i pagamenti di pigione a Cecchorino Arrigi di Poggio £ CIII piccioli e £ X e ß X b per gli anni 1346 e 1347 (747,26); una polesa è la ricevuta di pagamento a Dagabella (747, 31) per le pigioni II ß XVIII, e 1 piccoli(747. 26-32).

In un discorso poco chiaro Done parla dell’amico Pencino Ricciardi, filatore di seta (MATRAIA 1963: 61, n. 376; 73, n. 457), e di una una scala non fatta in un edificio (747, 1-3).

Un mutuo chirografario con Giovanni Veronelli da Moriano (747, 5-749,10)

Done dice di aver pagato a ser Giovanni £ III centa VI, ß XIII VI (piccoli) IIII b(uoni) £ due ß XIII, dnr VII b (747, 33 -34), con interessi e spese. Giovanni però non volle i soldi, ma della stessa cifra venne fatto un documento presso il notaio Bartholomeo di messer Bonmese (747, 8) l’11 maggio 1337 con dr IIII in più. Il 18 maggio successivo Done dà a ser Giovanni venti fiorini d’oro dietro ricevuta privata (747, 10); l’8 di giugno successivo gli dà ancora sei fiorini d’oro (747, 14). Il pagamento dell’acquisto continua il 3 luglio con un fiorino d’oro a Nicolao (747,15), nipote di Giovanni, che il 20 luglio riceve altri 3 fiorini d’oro (747,16) e il 5 agosto un altro fiorino d’oro (747,17); il pagamento sembra concluso il 3 gennaio 1338 con £ cento date a monna Bice pronipote di Giovanni (747,23). In pratica si tratta di 31 fiorini d’oro e £ 100 che corrisponderebbero a £ 307, ß XIII e IIII dr. 

Giovanni ebbe da Done anche un panno paonasso (747, 35) di £ dieci ß XIII b e un mantello dello sclamito (748, 3), pagato da Done florini quattro d’oro, rivenduto poi per fiorini III 1/2 con una rimessa di £ una ß VIIII b (748, 4), Siccome Giovanni ricevette un bando dai pisani (748, 1) , Done per toglierlo pagò £ tre ß XII b (748, 1-2) a lo figliolo del Marrella dal Ponte a Moriano (748, 2), che aveva conoscenze a Pisa; ovviamente il gesto di Done è da intendere come espressione di benevolenza verso Giovanni. Un altro gesto di benevolenza è quando fece concia (mediazione) tra lui, Coluccino (<NICHOLAUm) e Vannuccio Fornari pagando £ tre e ß VI b (748,5-7); qui rientrano anche messer Bonmese Giudici e ser Bernardo Bonoti (748, 8; compare in AdSL assieme a un Bonmese che è probabilmente quello a cui si riferisce Done: S.M.Corteorlandini; 21 Marzo 1336 21 Marzo 1336; rogante: Bartolomeo di Bommese giudice di Barga; S.Nicolao; 18 Febbraio 1323: mazzo n. 344; rogante: Bernardo del fu Francesco Bonoti di Lucca notaio. Probabilmente erano politicamente influenti, e ricevono £ due e ß XVI b senza spiegazione della causa (748, 8-9). Done riporta poi una lunga lista di somme, testimoni, ricevute che spiegano i pagamenti in fiorini d’oro dopo l’atto notorio dell’11 maggio 1337 fino al 1345 e 1346 (748, 10 a 749,10). La lista, più che per i riferimenti in lire, è interessante per l’antroponimia e la toponomastica.

Testamento di Done Alluminati 

(† 16 febbraio 1348)

738 v 

1In nomine Domini amen. Hoc est registrum testamenti in scriptis conditi per condam 2Donem condam Petri Alluminati civem et mercatorem Lucensem eius propria manu scripti 3clausi et cum cordulis ligati et sigillati ac etiam a tergo subscripti propria manu Ciomei 4Provinsalis, Santuccii Bugianensis et Pieri Bianchi civium lucanorum 5testium fidei dignorum ad hoc per dictum condam Donem suprascriptum legatorum et etiam manu 6mei Francisci notarii subscripti meis signo et nomine eius precibus publicati et mihi per eum 7commissi in publicum redigendi forma sub anno nativitatis domini MCCCXLVIII° indicione I die XVI 8februarii et post mortem vero suam eodem anno et indicione die XVI mensis iulii coram 9sapienti et iurisperito viro domino Beneditto iudice et assessore domini lucensis potestatis ad bancum 10iuris curie eius pro tribunali sedente per dominam Mellinam olim dicti Donis uxorem 11tutricem Petre filie sue et dicti Donis sollemniter presentati et ad eius petitionem 12dicto nomine per prefatum dominum iudicem sollemniter aperti ut postulat ordo iuris et mihi per eum 13traditi et commissi pro eodem testo in publicum redigendo prout de ipsius testi presentatione 14et comissione et precepto inde scrito manu ser Nicolai filii condam ser Iohannis Barellie 15de Luca notarii cancellerii dicti domini potestatis in actis dicte curie subscriptis anno et indicione 16die suscripta XVI dicti mensis iulii latius continetur. Cuius quidem testamenti tenor talis est videlicet:

17Al nome di Dio e della beata Vergine Madonna santa Maria e di tutta 18la corte del cielo che mi dia gratia di fare quello che sia loro 19piacere per la salute della anima mia. Questo sie lo testamento lo quale 20io Done condam Petri Alluminati cittadino e mercadante di Luccha 

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1foe e questo voglo che sia fermo e che si mandi a siguisione e 2ogni altro testamento fatto per me Done di mia propia mano overo 3per mano di qualuncha notaio voglio che sia casso e vano e di nullo 4valore lo quale fusse fatto da questo indereto; e però questo scritto di 5mia propia mano è per innansi per dare similitudine alle miei lèttore 6che sono queste desse; e, scritto che io aròe questo quaderno e 7fermato e capitolato voglo che in questo meço di tempo che 8caso avenisse che lo Dio mi chiamasse a sé ed elli ci avesse alchuno 9capitolo che io volesse cassare e rivocare, inscrivendo io di sotto 10 di mia mano propia o da lato del ditto capitolo da nullarlo in tutto 11 vel in parte sensa riscrivere altramente altri quaderni, dico che 12 vi si dia fede e che chosìe si faccia; e simile dico se do per altro 13capitolo scritto inanti inansi a quello direto a quello che io rimutasse, 14 chotale capitolo io scrivesse di mia mano per quel modo che dicesse 15 per quello nuovo capitolo di giungere o di manchare in tutto o in parte 16o di crescere in quelli nuovi capitoli, si dia fede e non a quello che 17notificasse in ditti nuovi capitoli o capitolo che fusse in dereto a 18quello o a quelli. 19Item. Giudico e lasso che’l mio corpo sia sepellito in della chiesa di santo 20Michele ditto delli Avogadi che è de’ Servi della Donna, là u’ si raunano li miei compagni e fratelli della Compagnia della Disciprina 22de’ frati de’ Servi della Donna e voglo essere vestito dell’abito della 23Disciplina. 24Item. Giudico e lasso che lo panno bruno che si chomperrà per li miei 25fedecommissari per coprire la cassa là u’ io sarò dentro e portato, dicho 26a quello panno si faccia e cuciavisi sue una croce vermigla 27e questo panno remagna alla ditta chompagnia e questo panno 28stia al servigio de’ miei compagni e fratelli che morisseno per coprire 29la cassa di quelli chotali che non anno da potere chomprare da 30loro lo panno. 31Item. Giudico e lasso alla chiesa de’ frati de’ Servi della Donna uno 32cero che gosti £ tre e ß 10, e quello sia a levare lo corpo 33del nostro Signore Gesù χρο. 34 Item. Giudico e lasso alla compagnia della Disciplina suscritta uno cero 35per levare lo corpo del nostro Signore Gesù χρο di ghosta di £ III e ß X. 36Item. Giudico e lasso che sia assegnato per li miei fedecomissari staia 37sei grano e miglo per meçço alla compagnia suscritta della Disciprina 

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1a ciò che queste staia sei di biada si debbiano convertire ogni anno 2e comprare uno agnello e questo agnello lo priore e discreti della ditta compagnia 3siano tenuti sopra l’anime loro di fare benedire questo cotale agnello 4la maitina della Pasqua della Surressione del nostro Signore Gesù Χρο, 5farlo inpepare e contiare sì che sia bene e che debbiano fare caritade 6insieme ogni anno li miei fratelli e compagni e prego loro che preghino 7Dio per l’anima mia. E queste cotali staia sei suscritte di biada sia 8asegnata loro rendita buona in perpetuo; ciò sia affitto in perpetuo. 9Item. Giudico e lasso al comune di Luccha ß due.10Item. Giudico e lasso alle mura di Luccha ß due. 11Item. Giudico e lasso all’ospitale di santo Iacobo d’Altopasco ß II. 12Item. Giudico e lasso all’opra di santo Giovanni magiore ß venti. 13Item. Giudico e lasso all’opra di messer santo Frediano di Luccha 14uno cero di pregio di £ tre e ß dieci e quello tenere a levare 15lo corpo del nostro Signore Gesù Χρο e sia questo e tutti li soprascritti lassiti 16e per inna[n]si si lasserà sia per anima mia e di tutti li miei difunti. 17Item. Giudico e lasso all’opra di santo Andrea in Pellaria uno 18cero di pregio di £ tre e ß dieci per levare lo corpo del nostro Signore 19Giesù Χρο. 20Item. Giudico e lasso a Bonaiuto Lupori mio nipote ciò è alla 21sua persona propia e non altrui che li siano ristituite sensa nullo pregio quelle 22possessioni che Bonaiuto soprascritto assegnò a me Done per carta mano scritta 23Fava Becchafava fatta in MCCCXLII per somma di £ quattrocento. 24Item. Giudico e lasso Alluminato mio nipote e fillolo di Iohanni mio 25filliolo naturale £ dugento e queste £ dugento sì li sia assegnate 26 in possessioni, cioè in biada affitto perpetuo a ciò che ‘l ditto Alluminato 27abbia la rendita per sé vivere e, se lo ditto Alluminato morisse, 28ansi che elli avesse fillioli o filliole di legiptimo matrimonio, 29sì dico che lo ditto affitto torni a’ miei filioli di legiptimo 30matrimonio a uno o più o maschio o femina che fusseno e, se del 31ditto Alluminato rimanesse fillioli di legittimo matrimonio, dico 32che rimagna a’ ditti suoi filioli a uno o più che nde avesse e 33dico che lo suscritto Alluminato non possa né vendere né inpegnare crsserecressere 34 né alienare lo ditto affitto se non in caso di pericolo di cose 35di persona o di membro. 

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1Item. Giudico e lasso che, se lo ditto Alluminato elli intrasse 2in religione e non stesse al mondo, sì dicho che non abbia niente 3delle suscritte cose, ma siano tenuti li miei fedecommissari 4di vestirlo di quello abito in fine in £ cinquanta di piccioli 5e debbia avere oltra ciò †e debbia avere oltre ciò † infine 6che ‘l ditto Alluminato sarà di tempo di quindici anni abbia ogni 7anno £ dieci di piccioli. 8Item. Giudico e lasso a ciascuno mio filiolo naturale ciò che io dissi e che 9dice in dello privileggio quando li feci legittimare in MCCCXLVI per mano 10di ser Francesco Salani, cioè £ cento per uno, cioè Giovanni e Francesco 11e Lemmo e Piero e Lena, mia figliola, dice in ditto privileggio £ 12cinquanta e chosì dico ora abbia ella e tutti li altri ciò che dice 13in privilegii e non oltra; vero è, se alcuno di loro intrasse in religione, 14tanto si abbatta quanto gostasse quando intrasse in religione; Piero 15introe in de’ frati del Càrmino adì XIIII agosto in MCCCXLVII e ghostommi 16£ L di piccioli. Istionde adì II dicembre in ditto anno Francesco 17tornò di Lumbardia; v’era stato intorno di tre anni e non era voluto 18stare in mia obbediensia. Elli tornò adì XXII septembre in MCCCXLVII 19e disse che volea fare asai di bene e noi li mostrammo e asai di 20piacere e si li fece riccoglere di denari di pigione e d’ugn’altra 21cosa; unde sensa esserli ditto nulla per me né per mia donna altro 22che tutto bene, elli si pretiò e andosi via adì XXII ottobre in ditto anno 23e menonde uno mio cavallo da X in XII fiorini e una mia gonnella 24 e uno pilliccione nuovo di Mellina e miei chontagi, calse. Di che 25io dicho, in quanto lo ditto Francescho non fusse amendato e fusse tornato 26a ben fare, dicho che quello che lasso possa succedere per lo privileggio e che 27o scritto di sopra e elli si possa rilevare le ditte £ cento; dicho che 28non li abbia se tollere; sì scrivo e questo fa per quello che mi portò via 29e per che non fa bene e dicho che di ciò sia in donna Mellina de li sì e 30de li noe che Francescho àbbea le ditte £ cento sia segondo 31che a lle’ pare del sì e del non. 32Item. Giudico e lasso quando caso avenesse che Ciomea mia sora e 33Lena mia figliola, quanduncha élleno rimanesseno vedove, siano tenuti 34li miei figlioli o li fedecomissali di dare a ciaschuna di loro ogni anno 35£ cinque. Si diano per pagare pigione ov’elleno vollesseno stare e 36questi denarii sì debban avere ciascuna di loro in quello caso che 37ditto è di sopra e non altramente. 38Item. Giudico e lasso in quanto in mia vita non lo avesse fatto fare che 

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1lo murato del giardino grande ch’è alla ecchiesa nostra dell’Aqua Calda 2si faccia alsare e compiere e sì ancho la cresta da terra in sue braccia 3quattro e meço o più; e simile si faccia rifare lo ponte e l’anti 4muro là u è rotto per lo fiume al ditto luogo. 5Item. Giudico e lasso per messe cantare per l’anima mia e de’ miei 6defunti £ venticinque di piccholi e questi si diano a donna Mellina 7mia moglie che lli spensi a quelli frati scripti che a lle’ parrà che siano 8dumiglia messe. 9Item. Giudico e lasso che si faccia dire lo trentesimo per l’anima mia e 10simile si dia li denari alla ditta donna Mellina che lo faccia dare a chi 11a lle’ parrà. 12Item. Giudico e lasso che alla donna Mellina mia mogle si debbia 13dare £ tre e di queste £ tre; e lle’ mi faccia dire tre volte li XII milia paternostri 14di santa Orsora. 15Item. Giudico e lasso che li miei fedecommmissari ch’io arò lassare 16per innansi sì debbiano vestire donna Mellina mia mogle: gonella e guarnaccia 17grande e mantello di panno bruno che sia orrevile a lle’ chome si 18convene a lle’ e oltre ciòe si debbia ancho fare gonella e guarnaccia 19tonda di panno bruno di non tanta ghosta quanto li altri soprascritti grandi 20chome alla ditta Donna Mellina parrà. E ancho lasso che abbia di 21bende come alle signore e simile abbia due veli chome usansa 22e come a lle’ si conviene. 23Item. Giudico e lasso che a petitione della suscritta donna Mellina li miei fedecommissari 24debbiano comprare panno come vorrà la ditta donna 25Mellina e questo panno si vesta Ciomea mia filliolasoro e Lena 26mia figliola. E sia una cotta grande per una e sia chomprato 27lo ditto panno chome a Donna Mellina parrà. E ancho vesta Giovanni e 28Francescho e Lemmo e Piero e Alluminato e tutti quelli e quelle che 29a Donna Mellina parrà. E a sua petitione sia del vestire e del panno e 30de’ figlioli e nipoti e d’ugn’altra persona maschi o femine che 31fusseno a quello punto di sì di vestire e di non vestire e se Donna Mellina vorrà vestire Petra mia 32figliola, si sia in le’ di ciò fare e possa tenere la suscritta Donna 33Mellina quelle persone al mangiare che a lle’ parrà; e ogni cosa debbiano pagare li miei 34fedecommisari; e ancho sia in Donna Mellina di vestire Francescha di Giovanni mia nora, se le 35pare, a ciò che ciascuna de’ suscritti siano a fare honore al mio corpo.

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1Item. Giudico e lasso al cappellano di Santa Maria Novella dell’Acqua 2Calda, quello ch’è ora e quello che fie per li tempi che sono a venire, 3che sia tenuto di fare queste cose ch’io aroe scrivere di sotto: prima, 4che la maitina della festa di Santa Maria Novella suscritta ch’è a dì VIII 5septembre, che ugni anno in quella maitina, in su la meça tersa, dia 6mangiare a cinque poveri e dia loro minestra e di carne e pane 7e vino, bene e acconciamente; e se in dì di non mangiare carne, 8dia altre cose sì che li poveri siano consolati del mangiare. 9Item. Giudico e lasso che in su la tersa in quella medesima maitina della 10festa ogni anno dia mangiare a’ miei fillioli padroni o altre persone 11che padroni fusseno, maschio o femina, e in loro compagnia possano essere 12in numero di venti persone. E questo sia a petissione chi fusse mie erede; 13e simile i miei fedecommissari, infine che fusseno in aitade alcuno delli miei 14figlioli, maschio o femina, di legiptimo matrimonio. E lasso che donna Mellina, 15mia moglie, in fine che ella vive, sia padronessa in quanto non prendesse 16marito. E, se essa prendesse marito, sia padronessa Petra, mia figliola e di 17donna Mellina suscritta mia moglie; e simile sia la ditta Petra dipo’ lla 18morte di donna Mellina non prendendo marito, e lo ditto cappellano sia tenuto 19di dare due vivande buone acconciamente e di vino biancho e vermiglo, 20e siano buoni vini; e dia loro di frutti ciò è persicha e fichi e uve 21sì che sia bene.22Item. Giudico e lasso che ‘l ditto cappellano sia tenuto per l’anima mia 23ogni anno in quel giorno che ‘l mio corpo sie sepellito di fare annoale. 24Item. Giudico e lasso che sia tenuto di fare annoale per lo ditto modo 25ugni anno per anima di Alluminato mio fratello: si sopellìo adì XVIII agosto. 26Item. Giudico e lasso che sia tenuto di fare per lo ditto modo annoale 27per anima di donna Mellina mia moglie in quel die che interrà in terra. 28Item. Giudico e lasso che debbia fare annuale per lo ditto modo per 29anima di Donna Buona, mia madre: soppelliosi adì X gennaio. 30Item. Giudico e lasso che debbia fare annuale per lo ditto modo 31per anima di Petro, mio padre: soppelliosi adì III ottobre 32Item. Giudico e lasso che debbia fare annoale per lo ditto modo per 

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1anima di Puccino mio fratello: seppelliosi a dì XXX di aprile.2Item. Giudico e lasso che debbia fare annovale per lo ditto modo per anima di 3madonna Vanna, prima mia mogle: seppelliosi adì XXVIII dicembre. 4Item. Giudico e lasso che debbia fare annovale per lo ditto modo per 5anima di madonna Vannella, mia segonda mogle: seppelliosi adì III febrario. 6Item. Giudico e lasso che debbia fare annovale per lo ditto modo 7per anima di donna Chesina, mogle che fue di Alluminato mio fratello; 8seppelliosi adì XXVIII dicembre. 9E per tutte le suscritte cose di carico lasso al ditto cappellano sìe †de† 10 de’ cinque poveri e venti delle persone per lo mangiare e sì per li suscritti 11annovali. Sì lasso che abbia la intrata che apresso arò dichiarare.12Prima giudico e lasso la rendita e terra di staia otto di grano, la 13quale fae Paganuccio Orsucci da Sontagla da Sogromigno. 14Item. La rendita e terra che io Done levai in insoluto contro 15lo ditto Paganuccio per £ XXXV, staia sette di grano vel quasi 16in MCCCXLV per la corte della Podestade. 17Item. Giudico e lasso la rendita e terra di staia tre di grano 18che io levai in insoluto contra Tucchorino Colucci da santo Quirico a 19Petroia, levato in MCCCXLV alla suscritta corte. 20Item. La rendita e terra la quale fano li heredi di Baroncello 21da Lamari di staia due di grano e tersi due della somma di staia 22quattro che rende ogni anno lo staio uno e terso uno di staio 23è della ditta ecchiesa di santa Maria Novella. La diedi in dota 24io Done.25Item. La terra e rendita di staia due di grano la quale 26fae Luporino Trucci: ora rende pure staio uno e meçço; 27e l’altro staio e meçço è di santa Maria Novella: la assegnai 28in dota; solea rendere in fav’a Ciacchorino Bosassi da Lamari. 29Item. La rendita e terra di staia nove di grano, la quale solea 30rendere Truccino Riccomanni da Lamari, ora la tiene 31Puccinello Verarducchi suo nipote per staia sei.

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1Item. La rendita e terra di staia dodici di vino la quale fae Puccinello 2Vannelli da Sansano di Mostisigradi in perpetuo. 3Item. La rendita e terra di staia dodici di vino la quale fae in perpetuo 4Micho Giormani da Sansano suscritto. 5Item. Giudico e lasso la metà per non pertìta d’una casa e ‘l terreno di 6quella casa che a là Lunardo Capo di Borgo; fue de’ fillioli Massarochi (Marsocchi in MATRAIA 1963: 59, n. 354). 7L’altra meçça casa è di Lippo Amici. 8Item. Giudico e lasso che li miei fedeconmissari ch’io arò lassare per innansi 9si debbiano fare inventario al Cappellano di santa Maria Novella suscritta, 10cioè a frate Filippo Iohanni di tutte le infrascritte cose che di sotto 11arò dichiarare per ora e ugni anno si debbiano rasignare e rivedere 12per scrittura.13Prima una màggine grande, la quale solea essere in santo Frediano 14sopra l’avello di Alluminato. Item. Una Nostra Donna ritta col Fanciullo 15in collo, di marmo d’alabastro. Item. Uno crocifisso in su una taula 16di marmo suscritto. E sue da l’uno lato la Nostra Donna; dall’altro lato si è 17Santo Giovanni e tutti di marmo suscritto. Item. Uno discruso formato d’octone. 18Item. Sei libri grandi da officiare. Item. Uno libro messale fue di 19prete Nicholao compagno di prete Filippo; prestaili £ quattro e ß nove di piccioli. 20Item. Una pianeta fornita dimeçata vermiglia e verde. Item. Una 21pianeta fornita affettata gialla e arsura di sendado. Item. Una 22cotta nuova fornita. Item. Uno camicio fornito. Item uno calice 23di ariento fuori del piedistallo. Item. Uno calice di stagno. Item. 24Due stagnatelle e una scudella di stagno. Item. Uno candellieri grande 25di ferro. Item. Una tovagla da tenere in su l’altare e due tovalioli; 26in uno paramento sue di giubba gialla. Item. Uno coio da tenere 27in su l’altare. Item. Uno altare via legio. Item. Ae in della ecchiesa 28uno angelo di in taula. Item. Una campana peso £ XX. Item.29Una magine piccola di santo Nicolao e santa Sita. Item Tre botticelle 30di tenore di staia XXII l’una. Item. Uno soppidagnuolo chon toppa 31e chiave là u servo le cose suscritte della ecchiesa. 32Item. Giudico e lasso che miei fedecommissari prendano uno mio libro 33segnato d’uno d e ae coverta nera e è libro grosso di carte reali; fue 34fatto in MCCCXXXVIIII. A quello date fede, che quine è regato e scripto 35ciò ch’i’o a ricevere e dare altrui. E simile date fede a quattro 36quaderni legati tutti e quattro in una coverta ed è segnato di sopra 37la coverta d’uno e e quine in quelli quattro quaderni si è copiato ciò ch’è 38scripto in detto libro nero del di fatto a dì X dicembre in MCCCXLVII; si veda a questo proposito anche Archivio dei Notari , mazzo n. 437): Donem condam Petri Alluminati lucanum…. Done condam Petri Alluminati civis et mercator lucanus petit a Marchesana filia condam Iunctoris Iacobi Bond[i]ei de Lammari… ut reddat et restituat dicto Doni inscrictam petiam terre cum fructibus…)Li

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1ditti quattro quaderni, a neuno altro libro date fede se non a quelli 2suscritti là u’ è scritto di sopra e dice libro di possessioni e simile al 3quaderno là u fusse scritto pigionavili a neuno altro libro date fede. 4Item. Dico che voi fedecommissari guardiate e salviate bene quello libro: 5ae coverta gialla; dice di sopra libro †£† libro di processioni in quello libro si sono 6tutte le compere e per chui mano sono le carte di tutte le possessioni aquistate 7e di insoluti di case e di affitti e d’ugni cosa e qual die sono fatte 8le carte e ‘l mese e l’anno. 9Item. Dico che in ditto libro si è la ragione e la difensione di £ mille 10novecento sei e ß VI; chome Alluminato e io Done facemmo una scritta 11di nostra mano e suggellata; chome Landuccio Bandini avea in della 12compagnia era tra noi e lui; e quello fue per che quando messer 13Pagano suo cugnato fue confinato per messer Castruccio a Como in 14Lumbardia e Landuccio devea dare denari al ditto messer Pagano,15unde elli per paura volse che si mostrasse per charta chome noi da 16lui eravamo partiti e scrisse charta per mano di ser Rabbito Turinghelli 17fatta adì I di marzo MCCCXVII; e non si riparava in bottecha in 18mantenere che fue fatta la casa; a desso si rifece la compagnia 19per scritture di nostra mano. Landuccio scrisse in del libro della 20botteca di sua mano quello che noi avavamo in compagnia e Alluminato; 21e lo scrivemmo in ditto libro chome Landuccio avea in compagnia 22per di uno a parte in MCCCXLVII £ mille novecento sei e ß sei; e allora 23volse Landuccio per cagione che elli per paura di messer Castruccio non 24si riparava in bottecha e allora volse una scritta di nostra mano; 25e quando demmo la scritta non de facemmo nota chome elli avea nostra 26scritta; unde, quando avenemo a partire, elli fue pagato interamente, 27non ricchordò di farci rendere la scritta suscritta; è in ditto libro di possessione 28la defensione a carte LXVII e LXVIII e LXXVIIII e quine tutte le 29 ragioni e ‘l modo come fue pagato. La scritta fue fatta adì uno aprile 30in MCCCXVII. Landuccio morìo in MCCCXXXII, restò XV anni in sua 31vita. Bene s’aré fatto pagare se non fusse stato pagato e quello che 32cavò della compagnia mise in compagnia chon Coluccio Laçari; s’accompagnò 33inseme in botecha. 34Item. Sono queste le ragioni di Nieri Rossa che sono dentro a’ fogli là 35 u’ fu pagato lo detto Landuccio e quine la guittansa di Nieri Lossa. 36Item. Sono quine dentro a’ suscritti fogli le ragioni chome messer Pagano Vespasiani 37fue pagato interamente.

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 1Ancho è quine la promissione ch’io feci a Pencino Ricciardi a carte XXXI del 2fatto della casa e chom’è spirato e ancho più che quello che Pencino mi 3promisse della scala della casetta picchola; si dovea fare; non m’a attenuto. 4Anchora sia notorio a chi † io Done † rimarrà sichome io Done comprai da 5messer Giovanni Veronelli da Moriano tante possessioni che montoe £ IIIcenta 6VII e ß XIIII; da me confessò lo ditto ser Giovanni lo ditto pregio e allora non 7volse li denari; unde io, in ditto die che feci la copia, li feci carta per lo 8ditto notaio cio ser Bartholomeo di messer Bonmese fatta adì XI magio 9in MCCCXXXVII di £ IIIcenta VI, ß XIII dr IIII. 10Poi adì XVIIII maggio di MCCCXXXVII io diedi al ditto ser Giovanni 11fiorini venti d’oro della suscritta somma onde scritta publica di mano del 12ditto ser Giovanni.13Item. Poi adì VIII di giugno ditto anno diedi al ditto ser Giovanni fiorini 14sei d’oro. È scritto per sua mano in ditta scritta.15Item. Ebbe ser Nicolao suo nipote adì III lullio dello anno fiorino uno d’oro.16Item. Ebbe ser Nicolao adì XX lullio fiorini tre d’oro. 17Item. Ebbe lo ditto ser Nicolao adì V ogosto fiorino uno d’oro, li quali 18sono a piè della scritta di ser Giovanni suscritto publico e a piè è scritta 19per mano di ser Nicolao. 20Item. Ebbe ser Nicolao da Andreuccio Prigioni in suo memoriale scritto 21per mano di ser Nicolao; adì VI ogosto in MCCCXXXVII fue tutte le suscritte 22somme. 23Item. Ebbe monna Bice pronipote di ser Giovanni, per làssito le fece 24lo ditto ser Giovanni £ cento V, carta per ser Zenardo Bonori fatta 25adì XXII gennaio in MCCCXXXVIII.26Item. Ebbe Cecchorino Arrigi di Poggio £ VIII ß 1, onde carta 27per mano di ser Bonaccorso da Cerasomma facta adì VIII septembre MCCCXXXVII. 28Item. Ebbe lo ditto Cecchorino per ultimo pagamento di pigione 29per carta mano di ser Marcho Bongiovanni da Saltocchio fatta adì XXX marzo 30in MCCCXXXVIII di £ X e ß X b. 31Item. Ebbe Dagabella delle pigioni in Volte II ß XVIII, dr 1 piccoli 32per polesa per mano di ser Marcho Benatelli fatta adì XXX marzo suscritto. 33Item. Pagai per lo ditto ser Giovanni per la sua parte della compra fatta da lui delle suscritte 34£ IIIcenta VI, ß XIII dr IIII b. £ due ß XIII, dr VII b.35Item. Pagai in bottecha mia Andreuccio Prigioni, mio fattore, per panno paonasso 36sonde vestire ser Giovanni £ dieci ß XIIII b. 

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1Item. Pagai per lui. Lo cavai di bando a Pisa lo ditto ser Giovanni: l’il 2fece dare lo figliolo del Marrella dal Ponte a Moriano; gostò £ tre ß XII b. 3 Item. Ebbe da me sopra lo mantello dello sclamito fiorini quattro d’oro, 4poi si vendéo fiorini III 1/2, perdéosene £ una ß VIIII b. 5Item. Pagai e diedi per lui a Coluccino e Vannuccio Fornari per questione 6che aveano insieme e io Done feci concia intra loro. Pagai per ser 7Giovanni a lloro £ tre e ß VI b. 8Item. Diedi a messer Bonmese Giudici e a ser Bernardo Bonoti per trovare 9lo modo di potere pagare; pagai £ due e ß XVI b. Allora si trovò 10lo modo come io potesse pagare li ditti dinarii, unde allora si viddeno 11tutte ragioni, cio ch’io avea dato e pagato in presentia di ser Giucchino 12e di prete Giunta e di prete Chiaro e di Bettuccio ser Landi sì chome 13fedecommissari. Trovòsi che io dovea dare a lli heredi di ser Giovanni di resto 14delle £ IIIcVI ß XIIII e dn IIII b; £ LXVIIII ß XI. Quella ragione 15si fece al bancho di Coluccino Savini. Poi un altro giorno ebbe li 16denari e fui con ser Giucchino e con prete Chiaro e con prete Giunta e 17Bettuccio non era a Lluccha; era in Vicaria, unde scrivéo a ser Bartholo 18domino Bonmesi e in sua presentia pagai a’ suscritti ser Giucchino e prete Chiaro e 19prete Giunta le ditte £ LXVIIII e ß XI b. E ser Bartholo fece carta di confessione 20chome li suscritti aveano †aveano†avere le altre £ LXVIIII ß XI per ultimo 21pagamento delle suscritte £ IIIcVI ß XIII e dn IIII b. Anchora mi tolseno 22dalle mie ragioni di quello che io avea speso più di £ III et allora 23restano le suscritte £ LXVIIII ß XII. Orsuta la ditta confessione allora 24 diedi a ser Giovanni Giuchino tutte le scritte che io avea di loro 25mano e tutte polisse.26Or viene poi che Bettuccio ser Landi e ser Nicolao mi disseno per che non scrissano 27quando io pagai le £ LXVIII ß XI b. Disse che io avea mal pagato; 28unde da inde a certi mesi si richiamò di me e dimandavami tutto ciò29ch’io avea dato, ch’erano £ CXXXIII e ß X†I† b, ch’io dovea scritta di loro 30mano e polisse publiche. èbbevi altri denari che non d’avea polise. 31E quello mi feceno per che ellino sapeano che io non avea che potere 32mostrare ancaninde fattam carta Ser Giovanni di confessione delle ditte 33£ CXXXIII e ß X. Sì la appuoseno per falsa, unde fui consiglato per 34amici poi ch’io non avea che mostrare le polise e la scrittura; e poi che 35l’apponeano per falsa la carta volsen ch’io dessi a ser Nicolao per lo terso 36della hereditate fiorini dodici d’oro.

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1Item. Poi a Francesco di messer Giovanni e a Bettuccio per lui diedi altri 2fiorini XXI d’oro, onde carta per mano di messer Lando Bianchode li Bianchi in fatta in 3MCCCXLVII e quella di messer Nicolao ser Bettiniin fatta in MCCCXLV aut XVI 4per mano di ser Bonaccorso da Cerasomma. 5Or viene ansi che morisse ser Vannello, io l’avea pregato che cercasse, 6per le scripture ch’io avea date al padre e a ser Giucchino, tenémi in 7parole. Infine presso a uno mese che morìo, era tutto malaticcio, pregailo 8di ciò, unde elli mi rendeo le ditte scritture e io li diedi fiorino 9uno d’oro sì che ora oe le scritture e messer Nicolao e Bettuccio 10sapeano chome io avea pagato. 11Item. Giudico e lasso che di po’ lla morte di Ciomea mia soro le staia 12XXVII 1/2 di biada la quale si comprò da Puccino ser Balnuccii più cartegi 13cioè staia XXVII 1/2 a Fagnano e staia otto a Sogromigno carta per mano 14di ser Rabito Turinghelli fatta in MCCCXXIII e simile le £ CCLXXXV 15buona moneta ch’io debbo avere di po’ la morte della suscritta Ciomea 16e di Nello suo marito; carta per ser Iacopo ser Franceschi della Volpe 17fatta in MCCCXLVII, ch’io non le posso dimandare se non dipo’ lla morte 18di Ciomea; e simile lo terso della dota di Ciomea suscritta che lo suo 19marito dovré tornare a reto a me tutte le suscritte cose e la carta 20della dota di Ciomea è per carta per mano di ser Rabbito Toringhelli 21fatta in MCCCXXI aut XXII. Lasso e giudico tutte le altre cose 22somme e quantità si debbiano convertire in fare uno hospitale 23di contra alla casa nostra di santa Maria Novella dell’aqua calda in 24della terra fue di Rodolfo Martini e di Chiarino e Riccardo Pagani 25e sia a llato alla strada lungho braccia XXVI e largo braccia X 26a ciò che vi si faccia sei letta e queste sei letta in queste sei letta 27vi si debba albergare poveri pelegrini viandanti e spendavisi in 28ciascuno letto in somma di £ XV. Questo sia per anima mia e di mio padre 29e mia madre e miei fratelli e mie soro e mie donne e di 30tutti i miei difunti d’ora e che sarano per innansi e per anima di tutte 31quelle persone a chui io fusse tenuto in nulla cosa ch’io avesse loro a fare.32Item. Dicho io Done che sia notorio a tutte le genti sì chome io oe pagato ogni persona 33che cavata non de fusse e non è persona che dimandare mi possa con carta 34e sensa carta. Una carta è in piè di ser Giovanni Veronesi di £ IIIIc VII ß XIII dr IIII. È per mano di ser Bartholo domini Bonmesi fatta

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1dì XI maggio in MCCCXXXVII per lo ditto ser Bartholo e carta come li 2fedecommissari del ditto ser Iohanni di confessione chome pagato e ebesi £ LXVIII ß XI 3per ultimo pagamento fatto adì VIIII aprile in MCCCXXXVIII a ser Giucchino e 4con prete Giunta e chon prete Chiaro sì chome fedecommissarii per ultimo pagamento 5delle suscritte £ IIIc VI ß XIII e dr IIII e sonomi pagatori li suscritti fidecommissarii 6di cavare di danno di £ XXIIII; mi fece intesire Nicolao Lamberti per li 7heredi del suscritto ser Giovanni.

8Item. Dicho che io dovea dare a Duccio Giovanni d’Aquilea 9£ V e ß X per carta ser Bartholo suscritto, onde lo ditto Duccio mi dovea dare per affitto 10ritento sì che io levai in presentia le ditte £ V e ß X a me medesimo per 11la corte del vescovo. 12Item. Dico io Done era obligato in £ VIc LI e ß [ ] chon Alluminato e 13altre persone a Folcho Rustichi; unde Alluminato pagò li ditti denarii 14e Folcho non diè actione e ragione contra ser Nieri Giarino et alii del Pontadore 15al ditto Alluminato e a me Done e se io arò per inanti a dare ad alcuna 16persona chon carta o sensa carta, sì sie scripta per mano di me Done in del 17libro nero che si chonta indereto per questa scritta ch’i’o fatta di sopra 18si è per che uno frate m’a detto chome alcuna persona è venuta 19a llui a penetentia et à li dicto che à fatto fare anqua a me due carta 20addosso falsa chom’io le debbia dare certa 21e dice ched è grossa somma. 22E à mi ditto lo ditto frate di farla cassare e annullare; se lo farò 23non so, però oe scritto di sopra quello ch’è la veritade. 24Item. Giudico e lasso a’ miei fidecommissari che debbiano dare per anima 25mia una ghonnella e camice a’ poveri, e quello sia a dare a donna Mellina 26mia mogle e spendasi in fine in cinquanta di piccioli.27Item. Giudico e lasso che sia dato alla suscritta donna Mellina staia 28ventiquattro di pane e quello pane cotto si dia al mio settesimo e 29diasi per Dio e per anima mia a’ poveri vergognosi e ad all’altri chome 30a donna Mellina suscritta parrà.31Item. Giudico e lasso a Pagano, mio fillioccio e filliolo di Tieri 32Gentili che li sia assegnato de’ miei beni cio affitto propio che 33vaglia £ cento di buona moneta.34Item. Giudico e lasso mia herede Petra filliola di madonna donna Mellina mia 35moglie, di tutto ciò che di me rimanesse pagati soprascritti 36lassiti e quello ch’io facesse altrui per inansi d’ugni altra cosa 37mobile e stabile sia in tutto mie erede.

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1Item. Giudico e lasso che quello o quelli che a in corpo la suscritta donna Mellina 2mia moglie, per ch’ella è gravida e ella facesse filliola femina una o più 3ciascuna sia erede per rata. 4Item. Giudico e lasso che se la suscritta donna Mellina facesse filiuolo maschio 5uno o più, quello o quelli siano in tutto miei eredi, cioè maschi o maschio 6e non le femine. 7Item. Giudico e lasso che se la suscritta di me rimanesse filioli maschio 8uno o più di donna Mellina, come ditto è di sopra, siano heredi e Petra 9suscritta filiola della suscritta donna Mellina si abbia di dota fiorini cinquecento 10d’oro; poi, quando viene al punto d’andarde a marito la ditta Petra 11sia fornita del donamento per modo che stia bene e orrevilemente 12segondo la persona a chui fusse maritata; e infine che ella de va 13a marito si abbia in casa ciò che a lle’ ha bisogna a ciò ch’ell’abbia 14il marito netti fiorini cinquecento. 15Item. Giudico e lasso che se di me e di Mellina rimane più filiola 16 feminache Petra rimanendo di noi uno filiolo maschio o piue mia moglie, se ella vuole stare 17e guardare suoi filioli o filiola e guardare lo letto suo buona e casta, 18sì lla lasso donna e donna usufruttaria di tutto ‘l mio che di me rimarrà, 19a così che li miei fidecommissari si faccia inventario di tutto ciò che 20di me rimanesse sì di denarii a ricevere e di denarii che si trovasseno 21in casa di altro e e sì di tutte possessioni e sì di tutti arnesi e 22massarisie di casa; e pogno sopra l’anima loro che, come ‘l caso 23sie avenuto che tutte cose, fuor di quelle che fano bisogno, si 24debbiano vendere e siano per acrescimento che rimarrà di me 25e di fuor di casa, launche fusseno a cose che nulla possano 26vendere però non possano, ma del frutto che si ricchoglesse e 27tutte le mie intrate, sia donna donna, a così che io le pogno sopra 28l’anima sua che quello che a bisogna per le’ e per sua e suoi filioli 29e famillia si debbiano vendere e simile del vestire; e da inde 30in sue pogno sopra l’anima sua ch’ell’avansi e acrescha in 31suoi filioli e in fine a sua vita sia donna e padronessa 32del luogo e della echiesa dall’Acqua Calda e d’ugn’altra 33 cosa. Ciò s’intenda non prendendo marito

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1Item. Giudico e lasso, se avenisse che la ditta donna Mellina maritare si volesse, 2che del mio abbia oltra la sua dota fiorini dugento d’oro e non nulla 3altra cosa e ristituischa la terra; si comprò da Chiarino e Riccardo Pagani 4che feci dire la carta a lle’. 5Item. Giudico e lasso, se avenisse che di me non rimanesse altri filioli, 6che Petra e la ditta donna Mellina si volesse arregare a fare buona 7e onesta vita edelle volesse stare chon quattro e o chon sei donne per 8modo monachile, sì dico e lasso a lle che llo luogo e la ecchiesa e tutto 9lo murato e tutto dentro lo murato e case e giardino sì lasso 10a sua custodia e che ella sia donna in fine alla sua vita, 11ch’ella vive, del ditto luogo e che possa trovare ella chi volesse 12le ditte donne, cio al luogo e alla chiesa dell’Acqua Calda ed ella de sia 12donna in fine che ella vive; e di po’ la sua fine ella lo possa lassare 13a chi a lle’ parrà lo covernamento di quelle donne a chosì ch’ella vi metta 14li ditti fiorini dugento d’oro e la dota sua, ma in fine che viva, 15sia donna dei ditti fiorini dugento e della sua dota e possa 16chiamare abadessa o priora e rilevare a sua petizione; e se lle’ 17vuole essere, ella si sia a chosì che di po’ la sua morte li ditti 18fiorini dugento d’oro e la dota sua si rimagna al monestero 19di donne suscritto. 20Item. Giudico e lasso a’ miei fidecommissari che, se la ditta donna Mellina 21si regha a volere fare lo dito monesterio, sì lasso al ditto luogo e 22monestero, a ciò che si chiami sempre lo monasterio di santa Maria 23Novella dell’Acqua Calda, lasso moggia sei di biada tra grano 24e miglio per metade e carra tre di vino e £ dodici d’oglio, oltra 25li suscritti fiorini dugento d’oro ch’io lasso di sopra a donna Mellina 26a sua vita; e debbiasi assegnare affitto perpetuo delle suscritte moggia 27sei di biada e carra tre di vino e £ dodici d’olio. 28Item. Giudico e lasso che, se caso avenisse che domine Dio chiamasse 29a sé Petra e di me non rimanesse nullo filiolo legittimo né 30figlliuola, sì lasso che in del luogo dell’Acqua Calda suscritto, che ditto è 31di sopra, sì lasso che vi si faccia uno monestero di donne le quali 32siano pulcelle povere vergognose e siano in somma di otto vel 33dieci o più donne onorate e siano chiamate le donne di Santa 34Maria Novella, come ditto è di sopra, e di ciò de sia donna donna 35Mellina, mia moglie, in fine ch’ella vive ed ella de sia 

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1governatrice e donna, s’ella vuole essere; e se non chiami chi vuole 2abadessa per quello tempo che vuole; a sua petissione la possa rilevare 3e chiamare e di po’ la sua fine possa lassare lo governamento 4delle ditte donne a chi a lle’ parrà, a ciò che siano persone o persona 5che siano bene governate e questo monestero lasso mio herede 6di tutto lo mio ritràttone in prima li affiti ch’i’o fatti indreto e 7per innansi. 8Item. Giudico e lasso a’ miei fidecommissari che se avenisse che li 9miei fillioli naturali tornasseno a fare bene, tutti o alchuno di 10loro, pogno sopra l’anima loro che quello o quelli che tornasseno 11a fare bene, che siano loro racchomandati in quello che parrà loro 12a ciò che facciano bene; e loro pongho che si portino bene di Petra 13o da lei non si portasse bene, dicho che per voi non siano consilliati 14né aitati di nulla cosa del mondo; e se pure venisse che ellino 15facesseno bene o tutti o parte, sì giudico e lasso a donna 16Mellina mia moglie che del mio possa piglare e assegnare a quello 17o a quelli che tornasseno a bene fare e che si portasseno bene 18de’ fillioli della ditta donna Mellina; e in le’ sia di potere 19assegnare e dare loro pogho vuole asai del mio oltra quello 20ch’io dissi in de’ privileggi quando li feci legittimare e che io rescrivo 21per questo testamento indereto che possano avere del mio e succedere 22quello che a lle’ piacesse di dare e assegnare va lloro o a figlioli o a 23filliuole di loro chome ditto oe indereto di Alluminato e delli altri 24e di sopra; e così raffermo che la ditta donna Mellina sia donna 25di ciò fare come ditto di sopra e anch’io di non fare e ciò sia in le’. 26Item. Giudico e lasso miei fidecommissari donna Mellina mia mogle 27e Tieri quolamquondam Fredi Gentili e ser Iacopo condam ser Dini Rosselini 28e questi tre fidecommissari abbiano tutta bàulia e autoritade chome 29ae la mia propria persona, a ciò che nulla mia possessione non possano 30né vendere né inpegnare per nulla cosa del mondo; in tutte l’altre 31cose possano fare chome potré la mia propria persona e di questi 32tre fidecommissari debbiano essere a tutte cose le due in concordia 33a così che donna Mellina suscritta sia sempre l’una di quelle due 34e che possano racchoglere e alugare e dislogare e carte cassare

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1e tutte cose fare chome io propio potea fare, foreché non possano 2vendere nulla possessione come ditto è di sopra. In tutte l’altre 3cose possano fare.4Item. Giudico e lasso che, se di me rimane più d’una filiola 5o filiolo, sì giudico e lasso ched elleno per l’altro possa succedere; 6e se sono in aitade cioè di tempo che possano giudicare l’affare, 7ciaschuno possa l’affare e giudicare; infine in tempo di dicotto 8anni e, in questione, avesse quello o quella cotale, avendo soro o fratello 9l’avanso rimagna loro; e se fusse solo e non avesse soro né 10fratello e fusse pur che solo, possa lassare e fare ciò che 11a lui piace. 12Item. Giudico e lasso che, se di me rimanesse filiolo o fillioli, che, 13quando alcuno di loro o uno che fusse in tempo di XVI anni o di più, 14e quello cotale o cotali fillioli non si portassero bene di madonna 15Mellina, sì dico che, a petissione della ditta donna Mellina, possa 16stare di per sé da loro e prendere quella parte di casa la u’ più 17le piacesse, che fusse uno de’ tre primi solai della casa grande là 18u’ noi stiamo, fue delli fillioli Guidiccioni, quello che più le piacerà; 19e che a lle’ sia assegnato moggiate moggia due di grano e staia 20sei di fave e £ dieci di olio e questo abbia in fine a sua vita; e 21di po’ la sua morte rimagna a’ suoi filioli. Ancho abbia la ditta 22donna Mellina carro uno di vino e meço di vino e sia lo carro uno 23del miglore che del mio si ricchogle; l’altro sia di vino comunale, cioè 24le staia XXIIII e ancho abbia £ cinquanta di carne insalata; e 25ancho abbia £ dieci di denari e indi debbiano fare medicare e 26dare quello che a lle’ bisognasse in tempo che ella fusse inferma in 27pagarle lo medico e tutte le medicine e altre cose che a lle’ 28bisognasse; et simile se bisogno avesse di bagno. Ancora siano 29tenuti di farle le spese e darle in tutto proprio per lo bagno £ X; e 30questo si intende ogni volta che bisogno avesse del bagno e tutte 31le suscritte cose, cioè bagno e vino e fave e olio e carne e denari: s’intenda 32ch’ell’abbia ogni anno di riccholto. 33Item. Iudico e lasso, se donna Mellina volesse non inpacciare in delle suscritte 34fidecommissaria sì dico chelli altri due fedecommissari siano tenuti di dare35ogni anno alla ditta donna Mellina le suscritte cose cioè moggia

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1due di grano e staia sei di fave e carro uno e meço di vino al modo 2suscritto e £ dieci d’olio e £ cinquanta di carne insalata e £ dieci di denaro 3e pagare le malatie e bagno chome di sopra si contiene; e tutta 4via padronagio e tutti li onori rimagnano a lle’ in fine che vive; 5sensa prendere marito e ciò ch’io lasso ancho lo letto 6mio grande e uno delli altri di casa forniti.7Item. Giudico e lasso sopra l’anima della suscritta donna Mellina che, se tempo 8avenisse che miei filioli naturali o tutti o alchuno di loro e anchora 9aggiungho Alluminato, mio nipote, e filliolo di Giovanni e dell’altri, se’ 10fillioli avesseno, a quel punto che in sua vita la ditta donna 11Mellina possa lassare e non fare lo ditto monestero in quanto dei ditti 12miei fillioli naturali, a’ quali a lle’ più piacerebbe, possa lassare lo 13padronaggio e luogo a quelli che facesseno bene; et questo possa 14fare a chi a lle’ parrà. E l’affare di po’ la sua fine anchora possa15dare e lassare a quella o a quelli suscritti a chi facesse bene a loro 16de’ miei beni quello che alla ditta donna Mellina piacesse di dare e 17di lassare; e ciò che del mio si trovasse dipò lla morte della suscritta 18donna Mellina che per le’ non fusse dato né assegnato a’ miei fili naturali, 19a quello [ ] luogo a ciò che si converta lo ditto luogo e quello 20che del mio si trovasse dipò lla morte di donna Mellina suscritta e quello luogo 21sia monestero di donne, chome ditto è di sopra, e quello si faccia in 22quanto di me non rimanesse filiol nullo filliolo o filliola di legittimo 23matrimonio e non altramente chome ditto è per indreto. 24Item. Giudico e lasso che, se avenisse che non volesse la fidecommissaria, 25chome ditto oe di sopra, e vogla tenere Petra mia filiola e sua, 26che de si sia assegnato per la vita della ditta Petra quelle cose 27che sia di ragione e simile dell’altre cose di vestire e calsare 28e d’ugni altra cosa. 29Item. Giudico e lasso che, se la ditta donna Mellina volesse tenere 30Alluminato suscritto e farlo buono omo, sia in le’ di ciò fare di tenerlo 31a chosì che a lle’ sia assegnato per la vita del ditto Alluminato 32staia diciotto grano e miglo per meço e staia ventiquattro 33di vino e £ cinque di denari ugni anno della intrata delle 34£ dugento ch’io lasso al suscritto Alluminato; che lli sia assegnate 35possessioni e e per le ditte £ dugento. Dicho che la ‘ntrata delle ditte suscritte 36£ dugento si converta in del calsare e in del vestire.

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1Item. Giudico e lasso che a donna Mellina suscritta che possa tenere, se a lle’ 2piace, altro filliolo maschio o femina che fusse di Giovanni mio filiolo 3naturale, overo d’altri fillioli naturali che ‘nde avesse di loro donna 4di legittimo matrimonio; sia licito di poterde tenere quello che alle’ 5piacesse; e sia assegnato alla ditta donna Mellina per boccha di quello 6o quella che sia ragionevile. 7Item. Giudico e lasso che donna Mellina suscritta debbia guardare 8tutte le carte che io oe in casa e quelle che ssi ricchoglesseno 9da’ notari di tutte le possessioni e di denari a ricevere e tutte scritture 10e sì tutti i libri e tutte cose suscritte debbia guardare e salvare per li suoi 11fillioli e per quelle persone a chui apertenesse le ditte carte e libri e 12questo pogno sopra l’anima della suscritta donna Mellina. 

13A tergo autem testamenti predicti Donis editi propria manu scripti sic in eo continetur 14insequentibus et canentibus videlicet. 15Al nome di Dio. Amen. Questo è lo testamento di me Done Pietri Alluminati 16cittadino di Luccha, lo quale tutto io oe scritto di mia propia mano 17e voglio che, quando il caso avenisse, si mandi a esecussione per miei 18fedecommissari che in questo testamento sono dichiarati in tutto e per tutto 19come dentro giace e lo quale io voglo che per quello notaio che arà 20rogare e pubblicare qui di sotto si possa mandare a esseguissione cio 21reducere in forma pubblica quando il caso fusse avenuto di vulgare 22a lìttore e dire steso e ordinato segondo usansa di testamenti a chi 23apertenesse; et per più piena fede in presentia del ditto notaio e delli 24infrascritti testimoni l’o chiuso chon corda e di sopra suggellato di mio 25proprio suggello; e prego li infrascritti testimoni che in fermessa di ciò 26di loro propria mano alle infrascritte cose s’insuscrivano. E d’ugna altro 27testamento fatto per me fine a oggi sia casso e vano. E di ciò oe fatti 28due quaderni: l’uno stia in casa mia e l’altro lasserò allo priore della 29disciprina della compagnia de’ Servi della Donna. I testimoni e el notaio scriverà 30innansi la’ve lo suggello per che qui non caperrebbe. Fatto e 31chonchiuso questo testamento in presentia de’ ditti testimoni e di ser 32Francesco Salani notaio, a chui i’ho comesso che stenda questo testamento 33in forma pubblica, quando caso sie venuto; fatto adì XVI di febbraio in 34MCCCXLVIII.

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1 Tenor vero subscriptionum subsequentium in tergo testium quorumdam factarum et 2subscriptarum manibus testium invocatorum ad hoc per dominum Donem infrascriptum 3rogatorum et manibus meis notarii subscripti, talis est et in eo subsequenti sic canet videlicet: 4Io Ciomeo Provinsali di Luccha me a’ preghi del ditto Done 5in testamone al presente testamento rogato a fermessa del ditto testo 6scritto per mano del ditto Done presenti li infrascritti testimoni suscrissi 7per mia mano lo ditto anno e die ch’è scritto di sopra suggellato del 8propio suggello del ditto Done e legato.9Io Santuccio Buggianesi, cittadino di Luccha presente alle preditte cose di 10parola di ditto Done presente lo suscritto Ciomeo e lli infrascritti testimoni me 11 suscrissi ditto anno e die.12Io Piero Bianchi cittadino di Luccha, presente alle preditte cose di parola 13del ditto Done, presenti li suscritti testimoni, me subscrissi ditto anno e die. 14Tenor autem publicae scriptionis facte manu mei Franciscii notari partibus Domini 15Donis, hic est:16Ego Franciscus Salani notarius civis Lucensis suscriptis subscriptionibus fattis manibus subscriptorum 17Ciomei Santucci et Pieri testium ad hoc per dominun Donem testatorem rogatorum 18interfui eaque relata e parabola dicti Donis ut dicto testo in scriptis eius propria manu scripto 19et eius sigillo sigillato et clauso et omnibus in eo contentis adhibeatur 20plena fides cum meis signo et nomine publico et his omnibus 21me subscripsi sub anno suscritto nativitatis Domini MCCCXLVIII inditione I die XVI februarii Luce in 22apotheca dominali huius dicti Donis in contrata sancti Andree in Pellaria. Franciscus.

Glossario

[ ] (750 12); £ (739r 32); (739r 35); (740 14); (740 18); (740 23); (740 25); (740 25); (741 4); (741 7); (741 10); (741 11); (741 27); (741 30); (742 6); (742 13); (742 13); (744 15); (745 12); (745 28); (746 9); (746 22); (747 5); (747 9); (747 24); (747 26); (747 30); (747 34); (747 36); (748 2); (748 4); (748 7); (748 9); (748 14); (748 14); (748 19); (748 20); (748 21); (748 22); (748 23); (748 27); (748 29); (749 14); (749 28); (749 34); (750 2); (750 5); (750 6); (750 10); (750 12); (750 33); (752 25); (752 28); (754 20); (754 24); (754 25); (754 29); (755 2); (755 2); (755 2); (755 33); (755 35); (741 16); (748 33); (747 34); (755 34); (741 35); (755 36); (750 9); (746 5); 1 (747 31); 1 (756 34); 1 (747 26); 1/2 (749 12); 1/2 (749 13); 1/2 (748 4); a (750 30); (747 3); (752 10); (742 11); (753 11); (754 11); (753 12); (751 13); (752 14); (756 13); (750 19); (751 19); (755 19); (740 1); (756 22); (739r 26); (741 26); (749 26); (752 27); (742 29); (752 30); (755 31); (753 33); (738v 3); 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(743 19); Acqua (743 1); (751 32); (752 12); (752 24); (752 31); acrescha (751 30); acrescimento (751 24); actione (750 14); actis (738v 15); ad (738v 5); (738v 9); (738v 11); (750 15); (750 29); (757 2); (757 17); addosso (750 20); adhibeatur (757 19); adì (747 25); (741 15); (741 16); (741 18); (741 22); (743 25); (743 29); (743 31); (744 3); (744 5); (744 8); (746 17); (746 29); (747 8); (747 10); (747 13); (747 15); (747 16); (747 17); (747 21); (747 27); (747 29); (747 32); (750 3); (756 33); ae (753 29); (746 5); (745 27); (745 33); affare (754 7); (755 14); (754 6); affettata (745 21); affiti (753 6); (746 7); affitto (740 8); (740 26); (740 29); (740 34); (750 9); (750 32); (752 27); aggiungho (755 9); agnello (740 2); (740 2); (740 3); agosto (741 15); (743 25); aitade (743 13); (754 6); aitati (753 14); al (750 15); (756 15); (738v 17); (739r 28); (740 9); (741 2); (742 4); (742 33); (742 35); (743 1); (744 9); (745 9); (746 2); (746 14); (747 10); (747 13); (748 15); (749 6); (750 28); (751 10); (752 12); (752 19); (752 22); (755 1); (755 34); (757 5); alabastro (745 15); albergare (749 27); alchuno (739r 8); (753 9); (755 8); alcuna (750 15); (750 18); alcuno (741 13); (743 13); (754 13); alienare (740 34); alii (750 14); (740 11); (740 12); (740 13); (740 17); (750 29); alla (739r 27); (739r 31); (739r 34); (739r 37); (740 20); (742 1); (742 10); (742 12); (742 20); (744 19); (749 23); (749 25); (750 27); (752 10); (752 12); (754 35); (755 16); (756 5); alle (739r 5); (740 10); (742 21); (756 26); (757 9); (757 12); allo (756 28); allora (746 22); (746 24); (747 6); (748 9); (748 10); (748 22); (748 23); Alluminati (738v 2); (738v 20); (756 15); Alluminato (755 30); (740 24); (740 26); (740 27); (740 31); (740 33); (741 1); (741 6); (742 28); (743 25); (744 7); (746 10); (750 12); (750 13); (750 15); (753 23); (755 31); (745 14); (755 9); (746 20); (755 34); alsare (742 2); altare (745 25); (745 27); (745 27); Altopasco (740 11); altra (752 3); (741 20); (742 30); (745 7); (750 36); (751 32); (755 28); altramente (739r 11); (755 23); (741 37); altre (750 13); (743 8); (743 10); (748 20); (749 21); (753 30); (754 2); (754 27); (755 27); altri (739r 11); (741 12); (742 19); (748 30); (749 1); (750 29); (752 5); (753 23); (754 34); (755 6); (756 3); (755 9); altro (739r 2); (739r 12); (741 21); (744 27); (745 16); (746 1); (746 3); (748 15); (751 21); (754 5); (754 23); (756 2); (756 26); (756 28); altrui (740 21); (750 36); (745 35); alugare (753 34); amen (738v 1); (756 15); amendato (741 25); amici (748 34); Amici (745 7); ancaninde (748 32); anch’ (753 25); ancho (747 1); (754 25); (742 2); (742 18); (742 20); (742 27); (742 34); (747 2); (754 21); (754 24); (755 5); anchora (747 4); (748 21); (755 8); (755 14); (754 28); andarde (751 10); andosi (741 22); Andrea (740 17); Andree (757 22); Andreuccio (747 20); (747 35); angelo (745 28); (744 1); (743 29); (744 5); (738v 19); (740 7); (740 16); (742 5); (742 9); (743 22); (743 25); (743 27); (743 31); (744 2); (744 7); (749 28); (749 30); (750 24); (750 29); (751 22); (751 28); (751 30); (753 10); (755 7); (756 12); anime (740 3); (754 8); (741 6); (741 17); (746 30); (754 13); anno (741 7); (738v 7); (738v 8); (738v 15); (740 1); (740 6); (741 16); (741 22); (741 34); (743 5); (743 10); (743 23); (743 25); (744 22); (745 11); (747 13); (747 15); (754 32); (754 35); (755 33); (757 7); (757 11); (757 13); (757 21); (746 8); ànno (739r 29); annoale (743 24); (743 26); (743 32); (743 23); annovale (744 2); (744 4); (744 6); annovali (744 11); annuale (743 28); (743 30); annullare (750 22); anqua (750 19); ansi (740 28); (749 5); anti (742 3); apertenesse (756 23); (756 11); aperti (738v 12); apotheca (757 22); apponeano (748 35); appuoseno (748 33); apresso (744 11); aprile (746 29); (750 3); (744 1); Aqua (742 1); (749 23); Aquilea (750 8); aquistate (746 6); arà (756 19); aré (746 31); ariento (745 23); arnesi (751 21); arò (745 11); (742 15); (744 11); (745 8); (750 15); aroe (743 3); (739r 2); arregare (752 6); Arrigi (747 26); arsura (745 21); asai (741 19); (741 19); (753 19); asegnata (740 8); assegnai (744 27); assegnare (753 19); (752 27); (753 16); (753 22); assegnate (740 25); (755 34); assegnato (739r 36); (750 32); (754 19); (755 18); (755 26); (755 31); (756 5); assegnò (740 22); assessore (738v 9); attenuto (747 3); aut (749 3); (749 21); autem (756 13); (757 14); autoritade (753 28); avansi (751 30); avanso (754 9); avavamo (746 20); avea (746 11); (746 21); (746 25); (748 11); (748 22); (748 24); (748 27); (748 29); (748 30); (748 31); (748 34); (749 5); (749 6); (749 10); aveano (748 6); (748 20); aveano (748 20); avello (745 14); avendo (754 8); avenemo (746 26); avenesse (741 32); (755 8); (739r 8); (752 1); (752 5); (752 29); (753 8); (755 24); (756 17); avenuto (751 23); (756 21); avere (741 5); (741 5); (741 36); (748 20); (749 15); (753 21); avesse (739r 8); (740 28); (740 32); (741 38); (749 31); (754 8); (754 9); (754 28); (754 30); (756 3); avesseno (755 10); Avogadi (739r 20); b (747 30); (747 34); (747 34); (747 36); (748 2); (748 4); (748 7); (748 9); (748 19); (748 21); (748 27); (748 29); (748 14); bagno (754 29); (754 30); (754 31); (755 3); (754 28); Balnuccii (749 12); bancho (748 15); bancum (738v 9); Bandini (746 11); bando (748 1); Barellie (738v 14); Baroncello (744 20); Bartholo (748 17); (748 19); (749 35); (750 1); (750 9); Bartholomeo (747 8); bàulia (753 28); beata (738v 17); Becchafava (740 23); ben (741 26); Benatelli (747 32); bende (742 21); bene (740 5); (741 19); (741 29); (743 7); (746 4); (746 31); (751 11); (753 5); (753 12); (753 12); (753 15); (753 17); (753 17); (754 14); (755 15); (741 22); (743 21); (753 9); (753 11); (753 13); (755 13); benedire (740 3); Beneditto (738v 9); beni (750 32); (755 16); Bernardo (748 8); Bettini (749 3); Bettuccio (748 17); (748 12); (748 26); (749 1); (749 9); biada (740 1); (740 7); (740 26); (749 12); (752 24); (752 28); Bianchi (738v 4); (749 2); (757 12); biancho (743 19); Biancho (749 2); Bice (747 23); bisogna (751 13); (751 28); bisognasse (754 26); bisognasse; (754 28); bisogno (754 28); (754 30); (751 23); boccha (756 5); Bonaccorso (747 27); (749 4); Bonaiuto (740 20); (740 22); Bongiovanni (747 29); Bonmese (747 8); (748 8); Bonmesi (748 18); Bonmesi (749 35); Bonori (747 24); Bonoti (748 8); Borgo; (745 6); Bosassi (744 28); botecha (746 33); botteca (746 20); bottecha (746 17); (746 24); (747 35); botticelle (745 29); braccia (742 2); braccia (749 25); braccia (749 25); bruno (739r 24); (742 17); (742 19); Buggianesi (757 9); Bugianensis (738v 3); buona (749 15); (740 8); (750 33); (751 17); (752 6); Buona (743 29); buone (743 19); buoni (743 20); buono (755 30); cagione (746 23); Calda (742 1); (749 23); (751 32); (752 12); (752 31); (743 2); (752 24); calice (745 22); (745 23); calsare (755 27); (755 36); calse (741 24); camice (750 25); camicio (745 22); campana (745 28); cancellerii (738v 15); candellieri (745 24); canentibus (756 14); canet (757 3); cantare (742 5); caperrebbe (756 30); capitolato (739r 7); capitoli (739r 17); (739r 16); capitolo (739r 13); capitolo (739r 9); (739r 10); (739r 14); (739r 15); (739r 17); Capo (745 6); cappellano (743 1); (743 18); (743 22); (744 9); (745 9); carico (744 9); caritade (740 5); Càrmino (741 15); carne (743 6); (754 24); (754 31); (755 2); (743 7); carra (752 25); (752 28); carro (754 22); (754 22); (755 1); carta (740 22); (747 7); (747 24); (747 26); (747 29); (748 19); (748 32); (748 35); (749 2); (749 13); (749 16); (749 19); (749 20); (749 33); (749 34); (750 1); (750 9); (750 16); (750 19); (752 4); (746 18); (749 34); (750 16); carte (745 33); (746 6); (746 8); (746 28); (747 1); (753 34); (756 8); (756 11); cartegi (749 12); (745 5); (745 6); (745 7); (747 2); (749 23); (751 13); (751 21); (754 16); (754 17); (755 6); (756 8); (756 28); (751 22); (751 25); case (746 7); (752 9); casetta (747 3); caso (739r 8); (740 34); (741 32); (741 36); (751 22); (752 29); (756 17); (756 21); (756 33); cassa (739r 25); (739r 29); cassare (739r 9); (750 22); (753 34); casso (739r 3); (756 27); casta (751 17); Castruccio (746 13); (746 23); cavai (748 1); cavallo (741 23); cavare (750 6); cavata (749 33); cavò (746 32); CCLXXXV (749 14); Cecchorino (747 26); (747 28); cento (741 10); cento (741 30); cento (747 24); cento (750 33); cento; (741 27); Cerasomma (747 27); (749 4); cercasse (749 5); cero (740 18); (739r 32); (739r 34); (740 14); certa (750 20); certi (748 28); ch’ (752 11); (753 20); (754 32); (742 15); (743 3); (745 8); (745 35); (747 1); (748 11); (748 29); (748 29); (748 29); (748 34); (748 35); (749 6); (749 15); (749 17); (749 31); (750 17); (750 36); (751 2); (751 13); (751 30); (752 14); (752 26); (752 36); (753 6); (755 5); (755 34); (742 1); (743 2); (743 4); (745 37); (750 23); (757 7); charta (746 15); (746 16); che (743 11); (744 18); (755 20); (741 22); (755 26); (755 27); (752 2); (741 31); (740 32); (749 33); (743 3); (743 4); (752 4); (753 5); (739r 6); (741 6); (748 6); (752 6); 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(746 18); (746 20); (746 23); (746 31); (746 34); (747 2); (747 2); (747 5); (747 7); (748 13); (748 22); (748 24); (748 26); (748 26); (748 27); (748 30); (748 31); (748 31); (748 31); (748 34); (748 34); (749 5); (749 5); (749 7); (749 9); (749 11); (749 18); (749 26); (749 30); (749 32); (749 33); (750 8); (750 10); (750 17); (750 18); (750 19); (750 24); (750 27); (750 32); (750 32); (750 35); (751 1); (751 1); (751 4); (751 7); (751 11); (751 12); (751 13); (751 15); (751 16); (751 18); (751 19); (751 19); (751 20); (751 23); (751 23); (751 24); (751 25); (751 26); (751 27); (751 28); (751 28); (752 1); (752 5); (752 8); (752 10); (752 11); (752 13); (752 15); (752 18); (752 23); (752 29); (752 31); (752 31); (752 32); (753 2); (753 4); (753 8); (753 8); (753 10); (753 10); (753 11); (753 11); (753 12); (753 12); (753 13); (753 14); (753 16); (753 17); (753 17); (753 20); (753 21); (753 22); (753 24); (753 29); (753 33); (753 34); (754 6); (754 10); (754 10); (754 13); (754 17); (754 18); 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(750 35); (751 13); (751 13); (751 19); (751 33); (752 23); (752 35); (753 4); (753 12); (753 25); (753 25); (753 29); (754 10); (755 5); (755 17); (755 19); (755 30); (756 25); (756 27); (749 8); (748 29); cioè (745 10); (749 13); (740 26); (741 10); (741 10); (751 5); (754 6); (754 23); (754 31); (754 35); (742 18); Ciomea (741 32); (742 25); (749 11); (749 15); (749 18); (749 20); (749 18); Ciomei (757 16); (738v 3); Ciomeo (757 4); (757 10); cittadino (756 16); (738v 20); (757 9); (757 12); civem (738v 2); civis (757 16); civium (738v 4); clausi (738v 3); clauso (757 19); coio (745 26); col (745 14); collo (745 15); Colucci (744 18); Coluccino (748 5); (748 15); Coluccio (746 32); com’ (753 25); come (756 19); (742 21); (742 22); (742 24); (746 29); (748 10); (750 1); (751 8); (751 22); (752 35); (754 2); comesso (756 32); comissione (738v 14); commissi (738v 7); (738v 13); Como (746 13); compagni (739r 21); (739r 28); (740 6); compagnia (746 12); (739r 21); (739r 34); (739r 37); (740 2); 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(740 18); (743 23); (751 1); (742 35); corte (738v 18); (744 16); (750 11); (744 19); cosa (742 33); (746 7); (749 31); (750 36); (752 3); (753 14); (753 30); (751 33); (755 28); (741 21); cose (753 31); (754 3); (740 34); (743 3); (743 8); (744 9); (745 10); (745 31); (749 19); (749 21); (751 25); (753 32); (754 1); (754 27); (754 35); (755 26); (755 27); (756 10); (756 26); (757 9); (757 12); (741 3); (751 23); (754 31); così (751 19); (751 27); (753 24); (753 33); cotale (740 3); (754 14); (754 8); cotali (740 7); (754 14); cotta (745 22); (742 26); cotto (750 28); covernamento (752 14); coverta (745 33); (745 36); (745 37); (746 5); crescere (739r 16); cressere (740 33); cresta (742 2); croce (739r 26); crocifisso (745 15); cuciavisi (739r 26); cugnato (746 13); Cuius (738v 16); cum (738v 3); (757 20); curie (738v 10); curie (738v 15); custodia (752 10); CXXXIII (748 29); CXXXIII (748 33); D (745 33); d’ (751 10); (740 11); (741 20); (742 30); (745 5); (745 15); (745 17); (745 33); (745 37); (746 7); (747 11); (747 14); (747 15); (747 16); (747 17); (748 3); (748 30); (748 36); (749 2); (749 9); (749 30); (750 8); (750 36); (751 10); (751 32); (752 2); (752 15); (752 19); (752 25); (752 26); (752 28); (754 4); (755 2); (755 28); (756 3); (756 26); da (744 21); (739r 4); (739r 10); (739r 10); (739r 29); (739r 29); (741 23); (742 2); (744 13); (744 13); (744 18); (744 28); (744 30); (745 2); (745 4); (745 16); (745 18); (745 25); (745 26); (746 15); (747 4); (747 5); (747 6); (747 20); (747 27); (747 29); (747 33); (748 3); (748 28); (749 4); (749 12); (751 29); (752 3); (753 13); (754 16); (756 9); Dagabella (747 31); dal (748 2); dall’ (745 16); (751 32); dalle (748 22); danno (750 6); dare (742 13); (755 15); (754 26); (739r 5); (741 34); (742 10); (743 19); (745 35); (746 14); (748 2); (748 13); (750 8); (750 9); (750 15); (750 20); (750 24); (750 25); (753 19); (753 22); (754 34); (755 16); darle (754 29); date (745 34); (745 35); (746 1); (746 3); (749 6); dato (748 11); (750 27); (755 18); (748 29); de (738v 15); (741 30); (738v 13); (741 29); (746 25); (749 2); (751 12); (744 9); de (ne, a lei) (755 26); de (ne) (749 33); (752 12); (752 35); (752 36); de’ (755 16); (753 18); (739r 22); (742 30); (739r 20); (739r 22); (739r 28); (739r 31); (739r 31); (741 15); (742 5); (742 35); (744 10); (745 6); (750 32); (753 20); (754 17); (756 29); (756 31); debba (749 27); debban (741 36); debbia (741 5); (741 5); (742 12); (742 18); (743 28); (743 30); (743 32); (744 2); (744 4); (744 6); (750 20); (756 7); (756 10); debbiano (742 24); (751 24); (740 1); (740 5); (742 16); (742 33); (745 9); (745 11); (749 22); (750 24); (751 29); (753 32); (754 25); debbiasi (752 27); debbo (749 15); defensione (746 28); defunti (742 6); dei (752 16); (755 11); del (757 13); (754 23); (751 32); (739r 33); (738v 18); (739r 10); (739r 35); (740 4); (740 15); (740 18); (740 30); (741 15); (741 31); (741 31); (742 1); (742 29); (742 29); (743 8); (745 23); (745 38); (746 19); (747 1); (747 11); (748 2); (750 2); (750 7); (750 11); (750 14); (750 16); (751 11); (751 26); (751 29); (752 2); (752 11); (752 31); (753 14); (753 16); (753 19); (753 21); (753 30); (754 23); (754 30); (755 17); (755 20); (755 31); (755 36); (755 36); (756 23); (757 4); (757 5); (757 6); (757 7); (757 8); dell’ (739r 22); (742 1); (743 1); (749 23); (752 12); (752 24); (752 31); (755 9); (755 27); della (749 20); (749 24); (748 36); (738v 17); (738v 19); (739r 19); (739r 20); (739r 21); (739r 21); (739r 22); (739r 22); (739r 31); (739r 34); (739r 37); (740 2); (740 4); (740 4); (742 23); (743 4); (743 9); (744 16); (744 21); (744 23); (745 27); (745 31); (746 11); (746 19); (746 32); (747 2); (747 3); (747 3); (747 11); (747 18); (747 33); (749 15); (749 16); (749 18); (751 9); (751 32); (752 16); (753 18); (754 15); (754 17); (755 7); (755 17); (755 26); (755 33); (756 12); (756 28); (756 29); (756 29); (748 14); (741 3); (753 4); (750 5); (744 10); (747 31); (747 33); (748 21); (748 32); (752 27); (754 33); (755 33); (755 35); delli (739r 20); (743 13); (753 23); (754 18); (755 6); (756 23); dello (741 9); (747 15); (748 3); demmo (746 25); denari (748 16); (741 20); (742 10); (746 14); (747 7); (748 30); (754 25); (755 33); (756 9); (754 31); (741 36); (750 13); (751 20); (751 20); denaro (755 2); dentro (739r 25); (746 34); (746 36); (752 9); (756 19); dereto (739r 17); desse (739r 2); dessi (748 35); desso (746 18); detto (745 38); (746 35); (750 18); devea (746 14); di (741 10); (746 11); (742 14); (749 14); (745 16); (755 17); (749 18); (743 19); (752 20); (751 20); (754 21); (745 23); (749 23); (745 25); (753 25); (756 26); (745 30); (752 32); (755 33); (740 34); (741 4); (756 4); (750 6); (753 6); (749 8); (738v 17); (738v 17); (738v 18); (738v 20); (739r 2); (739r 3); (739r 3); (739r 4); (739r 7); (739r 9); (739r 10); (739r 14); (739r 15); (739r 15); (739r 16); (739r 19); (739r 29); (739r 35); (739r 35); (740 1); (740 3); (740 7); (740 9); (740 10); (740 11); (740 12); (740 13); (740 13); (740 14); (740 14); (740 16); (740 17); (740 18); (740 18); (740 23); (740 24); (740 28); (740 29); (740 31); (740 34); (740 34); (740 34); (741 4); (741 4); (741 6); (741 6); (741 7); (741 13); (741 16); (741 17); (741 17); (741 19); (741 19); (741 20); (741 20); (741 24); (741 24); (741 27); (741 29); (741 34); (741 34); (741 36); (741 37); (742 6); (742 13); (742 17); (742 19); (742 19); (742 20); (742 31); (742 31); (742 31); (742 32); (742 34); (742 34); (743 1); (743 3); (743 3); (743 4); (743 6); (743 7); (743 12); (743 14); (743 16); (743 18); (743 19); (743 20); (743 23); (743 24); (743 25); (743 26); (743 27); (743 29); (743 31); (744 1); (744 1); (744 2); (744 5); (744 7); (744 7); (744 9); (744 12); (744 12); (744 15); (744 17); (744 17); (744 20); (744 21); (744 21); (744 21); (744 22); (744 23); (744 25); (744 25); (744 27); (744 29); (744 29); (745 1); (745 1); (745 2); (745 3); (745 3); (745 5); (745 6); (745 7); (745 9); (745 10); (745 10); (745 14); (745 15); 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(748 36); (752 25); (752 28); dominali (757 22); dominam (738v 10); domine (752 29); domini (738v 1); (738v 7); (738v 9); (738v 15); (749 35); (757 14); (757 21); domino (748 18); (738v 9); dominum (738v 12); (757 2); (757 17); donamento (751 11); Done (738v 20); (739r 2); (740 22); (744 14); (746 10); (747 4); (747 4); (748 6); (749 32); (750 12); (750 15); (750 16); (756 15); (757 4); (757 6); (757 8); (757 10); (744 24); (757 13); Donem (738v 1); (738v 5); (757 2); (757 17); Donis (738v 10); (738v 11); (756 13); (757 18); (757 22); (757 15); donna (752 13); (743 17); (755 18); (754 22); (739r 22); (739r 31); (741 21); (741 29); (742 6); (742 10); (742 12); (742 16); (742 20); (742 23); (742 24); (742 27); (742 29); (742 31); (742 32); (742 34); (743 14); (743 18); (743 27); (743 29); (744 7); (745 14); (750 25); (750 27); (750 30); (750 34); (751 1); (751 4); (751 8); (751 9); (751 18); (751 18); (751 27); (751 31); (752 1); (752 6); (752 10); (752 16); (752 21); (752 26); (752 35); 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(748 13); (751 8); hereditate (748 36); hic (757 15); his (757 20); ho (756 32); Hoc (738v 1); (738v 5); (757 2); (757 17); honore (742 35); hospitale (749 22); huius (757 22); I (738v 7); i (743 13); I (746 17); (749 30); (756 10); (756 29); (757 21); i’ (745 35); (750 17); (753 6); (756 32); Iacobo (740 11); (749 16); (753 27); II (741 16); II (747 31); II (740 11); III (739r 35); III (743 31); III (744 5); III (747 15); III (748 4); III (748 22); IIIc (750 5); IIIcenta (747 5); IIIcenta (747 9); IIIcenta (747 34); IIIcVI (748 14); IIIcVI (748 21); IIII (747 34); IIII (748 14); IIII (748 21); IIII (750 5); IIII (747 9); IIII (749 35); IIIIc (749 35); il (751 14); (748 1); (756 17); (756 21); in (738v 1); (743 12); (741 13); (745 15); (744 16); (751 21); (745 26); (745 27); (744 28); (741 2); (746 30); (747 30); (751 30); (756 33); (757 5); (747 9); (738v 1); (738v 7); (738v 13); (738v 15); (739r 7); (739r 10); (739r 11); (739r 15); (739r 15); (739r 16); (739r 17); (739r 17); (739r 19); (740 8); (740 8); (740 17); (740 23); (740 26); (740 26); (740 34); (741 4); (741 4); (741 9); (741 9); (741 11); (741 13); (741 14); (741 15); (741 15); (741 16); (741 18); (741 18); (741 22); (741 23); (741 25); (741 29); (741 36); (741 38); (741 38); (742 2); (742 32); (742 34); (743 5); (743 5); (743 7); (743 9); (743 9); (743 11); (743 13); (743 15); (743 15); (743 23); (743 27); (743 27); (744 14); (744 18); (744 19); (744 23); (744 28); (745 2); (745 3); (745 13); (745 15); (745 25); (745 27); (745 28); (745 34); (745 36); (745 37); (745 38); (745 38); (746 5); (746 9); (746 11); (746 13); (746 17); (746 17); (746 19); (746 20); (746 21); (746 21); (746 22); (746 24); (746 27); (746 30); (746 30); (746 32); (746 33); (747 7); (747 14); (747 20); (747 21); (747 25); (747 31); (747 35); (748 11); (748 17); (748 18); (749 2); (749 2); (749 3); (749 3); (749 6); (749 14); (749 17); (749 21); (749 22); (749 23); (749 26); (749 27); (749 28); (749 31); (749 34); (750 1); (750 3); (750 10); 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innansi (756 30); (739r 5); (742 16); (745 8); (749 30); (753 7); inpacciare (754 33); inpegnare (740 33); inpegnare (753 30); inpepare (740 5); insalata (755 2); (754 24); inscrivendo (739r 9); inseme (746 33); insequentibus (756 14); insieme (740 6); (748 6); insoluti (746 7); insoluto (744 14); (744 18); insuscrivano (756 26); intenda (751 33); intenda (754 31); intende (754 30); interamente (746 26); (746 37); interfui (757 18); interrà (743 27); intesire (750 6); intorno (741 17); intra (748 6); intrasse (741 1); (741 13); (741 14); intrata (744 11); (755 33); (751 27); introe (741 15); inventario (745 9); (751 19); invocatorum (757 2); io (757 12); (738v 20); (744 24); (741 25); (757 4); (757 9); (739r 2); (739r 9); (739r 9); (739r 13); (739r 14); (739r 25); (741 8); (742 15); (743 3); (744 14); (744 18); (745 8); (746 10); (747 1); (747 4); (747 4); (747 10); (748 6); (748 10); (748 11); (748 13); (748 22); (748 24); (748 27); (748 27); (748 29); (748 29); (748 31); (748 34); (748 35); 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(744 28); (744 30); Lamberti (750 6); (748 12); (748 26); Lando (749 2); Landuccio (746 11); (746 14); (746 19); (746 21); (746 23); (746 30); (746 35); largo (749 25); lassare (742 15); (745 8); (752 13); (753 3); (754 10); (755 11); (755 12); (755 15); (755 17); lasserà (740 16); lasserò (756 28); lassiti (750 36); (740 15); làssito (747 23); lasso (739r 19); (739r 24); (739r 31); (739r 34); (739r 36); (740 9); (740 10); (740 11); (740 12); (740 13); (740 17); (740 20); (740 24); (741 1); (741 8); (741 26); (741 32); (741 38); (742 5); (742 9); (742 12); (742 15); (742 20); (742 23); (743 1); (743 9); (743 14); (743 22); (743 24); (743 26); (743 28); (743 30); (743 32); (744 2); (744 4); (744 6); (744 9); (744 11); (744 12); (744 17); (745 5); (745 8); (745 32); (749 11); (749 21); (750 24); (750 27); (750 31); (750 34); (751 1); (751 4); (751 7); (751 15); (751 18); (752 8); (752 9); (752 21); (752 22); (752 24); (752 26); (752 29); (752 31); (752 32); (753 5); (753 8); (753 15); (753 26); (754 4); (754 5); (754 12); (755 5); (755 7); (755 24); (755 29); (755 34); (756 1); (756 7); (752 1); (752 5); (754 33); latius (738v 16); lato (739r 10); (745 16); (745 16); launche (751 25); le (752 12); (754 17); (754 24); (754 31); (746 8); (741 27); (741 30); (742 34); (744 9); (745 10); (745 31); (746 6); (746 6); (746 6); (746 28); (746 34); (746 36); (747 21); (747 23); (748 19); (748 20); (748 23); (748 24); (748 27); (748 34); (749 6); (749 8); (749 9); (749 11); (749 14); (749 17); (749 19); (749 21); (749 32); (750 10); (750 20); (751 6); (751 27); (751 27); (752 32); (752 34); (753 32); (754 18); (754 27); (754 29); (754 35); (755 3); (755 35); (756 8); (756 9); (756 11); le’ (742 32); (751 28); (753 18); (755 18); (755 30); (753 25); legati (745 36); legato (757 8); legatorum (738v 5); legio (745 27); legiptimo (740 28); (740 29); (743 14); legittimare (741 9); (753 20); legittimo (740 31); legittimo (752 30); (755 22); (756 4); lei (753 13); Lemmo (741 11); (742 28); Lena (741 33); (742 25); (741 11); letta (749 26); (749 26); (749 26); letto (749 28); (751 17); (755 5); lèttore (739r 5); levai (744 14); (744 18); (750 10); levare (739r 32); (739r 35); levare (740 14); (740 18); (744 19); li (752 15); (752 26); (741 34); (739r 21); (739r 24); (739r 36); (740 6); (740 15); (740 16); (740 21); (740 25); (741 3); (741 9); (741 12); (741 19); (741 20); (741 28); (741 29); (741 30); (741 34); (742 10); (742 13); (742 15); (742 19); (742 23); (742 33); (743 2); (743 8); (744 10); (744 20); (745 8); (745 38); (747 7); (747 7); (747 17); (748 10); (748 15); (748 20); (749 2); (749 8); (750 1); (750 5); (750 6); LI (750 12); li (750 13); (750 32); (751 19); (752 18); (753 6); (753 8); (753 20); (755 4); (756 10); (756 25); (757 6); (757 13); (750 19); libri (745 18); (756 10); (756 11); libro (750 17); (745 18); (745 32); (745 33); (745 38); (746 1); (746 2); (746 3); (746 5); (746 5); (746 5); (746 9); (746 19); (746 21); (746 27); (746 4); licito (756 4); ligati (738v 3); Lippo (745 7); lìttore (756 22); lla (743 17); (749 11); (749 17); (751 18); (755 17); (755 20); llato (749 25); lle (752 7); (752 8); lle’ (741 31); (742 7); (742 11); (742 13); (742 17); (742 18); (742 22); (742 33); (751 13); (752 14); (752 17); (753 4); (753 22); (754 19); (754 26); (754 27); (755 4); (755 12); (755 31); (756 1); (756 4); (752 4); (755 14); lli (742 7); (748 13); (754 34); (755 34); (757 10); llo (752 8); lloro (748 7); (753 22); Lluccha; (748 17); llui (750 19); lo (748 10); (740 15); (744 15); (742 1); (747 24); (742 27); (748 9); (752 9); (738v 19); (738v 19); (739r 4); (739r 8); (739r 24); (739r 30); (739r 32); (739r 35); (740 2); (740 18); (740 27); (740 29); (740 33); (740 34); (741 1); (741 25); (741 26); (741 38); (742 3); (742 4); (742 9); (742 10); (743 18); (743 24); (743 26); (743 28); (743 30); (743 32); (744 2); (744 4); (744 6); (744 10); (744 22); (746 21); (746 35); (747 6); (747 6); (747 7); (747 17); (747 28); (747 33); (748 1); (748 1); (748 2); (748 3); (748 35); (749 18); (749 18); (750 1); (750 9); (750 22); (750 22); (751 17); (752 9); (752 13); (752 14); (752 22); (752 23); (753 3); (753 6); (754 22); (754 27); (754 29); (755 5); (755 11); (755 12); (755 19); (756 15); (756 16); (756 19); (756 30); (757 7); (757 10); loro (739r 30); (738v 18); (740 3); (740 6); (740 8); (741 13); (741 34); (741 36); (743 6); (743 11); (743 20); (748 24); (748 29); (749 31); (751 22); (753 10); (753 11); (753 11); (753 12); (753 19); (753 23); (754 13); (754 16); (755 8); (755 15); (756 3); (756 26); (753 10); (748 6); (754 9); Lossa (746 35); Luca (738v 15); lucanorum (738v 4); Luccha (738v 20); (740 9); (740 10); (740 13); (757 4); (757 9); (756 16); (757 12); Luce (757 21); Lucensem (738v 2); lucensis (738v 9); (757 16); lui (746 16); (747 33); (748 5); (749 1); (754 11); (748 1); (746 12); lullio (747 15); (747 16); Lumbardia (746 14); (741 17); Lunardo (745 6); lungho (749 25); luogo (751 32); (752 8); (752 11); (752 12); (752 22); (752 31); (755 13); (755 19); (755 19); (755 20); (742 4); Lupori (740 20); Luporino (744 26); LXVII (746 28); LXVIII (746 28); (748 27); (750 2); LXVIIII (748 14); (748 19); (748 20); (748 23); LXXVIIII (746 28); m (747 3); m’ (750 18); ma (741 3); (751 26); (752 15); madonna (744 3); Madonna (738v 17); (744 5); (750 34); (754 14); madre (749 29); (743 29); màggine (745 13); maggio (747 10); (750 1); magine (745 29); magio (747 8); magiore (740 12); maitina (740 4); (743 4); (743 9); (743 5); mal (748 27); malaticcio (749 7); malatie (755 3); manchare (739r 15); mandare (756 20); mandi (739r 1); (756 17); mangiare (743 6); (742 33); (743 7); (743 10); (744 10); (743 8); manibus (757 2); (757 3); (757 16); mano (748 25); (748 30); (739r 2); (739r 3); (739r 5); (739r 10); (739r 14); (740 22); (741 9); (746 6); (746 11); (746 16); (746 20); (746 24); (747 11); (747 14); (747 19); (747 21); (747 27); (747 29); (747 32); (749 2); (749 4); (749 13); (749 20); (749 35); (750 16); (756 16); (756 26); (757 6); (757 7); (746 19); mantello (742 17); (748 3); mantenere (746 18); manu (738v 2); (738v 3); (738v 5); (738v 14); (756 13); (757 14); (757 18); Marcho (747 29); (747 32); Maria (752 35); (738v 17); (743 1); (743 4); (744 23); (744 27); (745 9); (749 23); (752 23); maritare (752 1); maritata (751 12); marito (749 19); (751 10); (751 13); (751 14); (751 33); (755 5); (743 16); (743 16); (743 18); (749 16); marmo (745 15); (745 16); (745 17); Marrella (748 2); Martini (749 24); marzo (746 17); (747 29); (747 32); maschi (742 30); (751 5); maschio (740 30); (743 11); (743 14); (751 4); (751 5); (751 7); (751 16); (756 2); massarisie (751 22); Massarochi (745 6); matrimonio (755 23); (740 30); (740 28); (740 31); (743 14); (756 4); MCCCXLII (740 23); MCCCXLV (744 16); (744 19); (749 3); MCCCXLVI (741 9); MCCCXLVII (749 3); (741 15); (741 18); (746 22); (749 17); (745 38); MCCCXLVIII (757 21); (756 34); (738v 7); MCCCXVII (746 30); MCCCXVII; (746 17); MCCCXXI (749 21); MCCCXXIII (749 14); MCCCXXXII (746 30); MCCCXXXVII (747 9); MCCCXXXVII (747 10); (747 21); (750 1); (747 27); MCCCXXXVIII (747 30); (750 3); (747 25); (745 34); me (757 21); (739r 2); (740 22); (741 21); (747 6); (748 3); (748 28); (749 19); (750 10); (750 15); (750 16); (750 19); (750 35); (751 7); (751 15); (751 18); (751 20); (751 24); (752 5); (752 30); (754 4); (754 12); (755 22); (756 15); (756 27); (757 4); (757 10); (757 13); meça (743 5); meçça (745 7); meçço (739r 37); (744 26); (744 27); meço (739r 7); (742 3); (754 22); (755 1); (755 32); medesima (743 9); medesimo (750 10); medicare (754 25); medicine (754 27); medico (754 27); mei (738v 6); (757 14); meis (738v 6); (757 3); (757 20); Mellina (755 11); (753 16); (742 25); (742 33); (741 24); (741 29); (742 6); (742 10); (742 12); (742 16); (742 20); (742 23); (742 27); (742 29); (742 31); (742 34); (743 17); (743 18); (743 27); (750 25); (750 27); (750 30); (750 34); (751 1); (751 4); (751 9); (751 15); (752 1); (752 6); (752 21); (752 26); (753 18); (753 24); (753 26); 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(744 3); (744 5); (747 35); (749 11); (749 28); (749 29); (750 29); (750 34); (750 34); (751 16); (752 36); (753 16); (753 26); (753 29); (753 29); (753 31); (755 25); (756 16); (756 28); (757 7); (738v 19); (740 7); Michele (739r 20); Micho (745 4); mie (743 12); (748 22); (749 29); (749 29); (750 37); (751 27); miei (755 12); (753 9); (739r 5); (739r 21); (739r 24); (739r 28); (739r 36); (740 6); (740 16); (740 29); (741 3); (741 24); (741 34); (742 5); (742 15); (742 23); (742 33); (743 10); (743 13); (743 13); (745 8); (745 32); (749 29); (749 30); (750 24); (750 32); (751 5); (751 19); (752 21); (753 8); (753 26); (755 8); (755 16); (755 18); (756 17); miglio (752 25); miglo (739r 37); miglo (755 32); miglore (754 23); mihi (738v 6); (738v 12); milia (742 13); mille (746 9); (746 22); minestra (743 6); mio (755 6); (739r 19); (740 20); (740 24); (740 24); (741 8); (741 23); (742 35); (743 23); (743 25); (743 31); (744 1); (744 7); (745 32); (747 35); (749 28); (750 28); (750 31); (751 18); (752 2); (753 5); (753 6); (753 16); (753 19); (753 21); (754 23); (755 9); (755 17); (755 20); (756 2); (756 24); mise (746 32); mobile (750 37); modo (752 8); (739r 14); (743 24); (743 26); (743 28); (743 30); (743 32); (744 2); (744 4); (744 6); (746 29); (748 9); (748 10); (751 11); (755 1); moggia (752 24); (752 27); (754 19); (754 35); moggiate (754 19); mogle (742 12); (744 5); (744 7); (750 26); (753 26); (742 16); (744 3); moglie (742 7); (743 17); (743 27); (753 16); (750 35); (743 15); (751 2); (751 16); (752 36); monachile (752 8); monasterio (752 23); mondo (753 14); (753 30); (741 2); monesterio (752 22); monestero (752 19); (752 32); (753 5); (755 11); (755 21); (752 23); moneta (749 15); (750 33); monna (747 23); montoe (747 5); Moriano (747 5); (748 2); morìo (746 30); (749 7); morisse (749 5); morisse (740 27); morisseno (739r 28); morte (743 18); (749 11); (749 15); (749 17); (752 18); (754 21); (755 17); (755 20); mortem (738v 8); Mostisigradi (745 2); mostrammo (741 19); mostrare (748 32); mostrare (748 34); mostrasse (746 15); mura (740 10); murato (742 1); (752 9); (752 9); muro (742 4); nativitatis (738v 7); (757 21); naturale (740 25); (741 8); (756 3); naturali (753 9); (755 8); (756 3); (755 12); (755 18); nde (740 32); (756 3); (753 14); (753 30); (740 33); (740 33); (740 34); (741 21); (752 30); (753 30); (754 9); (755 18); Nello (749 16); nera (745 33); nero (745 38); (750 17); netti (751 14); neuno (746 1); (746 3); Nicholao (745 12); Nicolai (738v 14); Nicolao (745 29); (747 15); (747 16); (747 17); (747 20); (748 26); (748 35); (749 3); (749 9); (750 6); (747 19); (747 21); niente (741 2); Nieri (746 34); (746 35); (750 14); nipote (740 20); (740 24); (744 31); (747 15); (755 9); nipoti (742 30); noe (741 30); noi (741 19); (746 12); (746 15); (746 20); (751 16); (754 18); nome (738v 17); (756 15); nomine (738v 1); (738v 6); (738v 12); (757 20); non (750 23); (746 27); (741 28); (739r 16); (739r 29); (740 21); (740 33); (740 34); (741 2); (741 2); (741 13); (741 17); (741 25); (741 29); (741 37); (741 38); (742 19); (742 31); (743 7); (743 15); (743 18); (745 5); (746 1); (746 17); (746 23); (746 25); (746 31); (747 3); (747 6); (748 17); (748 26); (748 30); (748 31); (748 34); (749 17); (749 17); (749 33); (749 33); (750 14); (751 6); (751 26); (751 33); (752 2); (752 5); (752 30); (753 1); (753 13); (753 13); (753 25); (753 29); (754 1); (754 9); (754 14); (754 33); (755 11); (755 18); (755 22); (755 23); (755 24); (756 30); (741 31); nora (742 34); nostra (742 1); (745 14); (745 16); (746 11); (746 19); (746 24); (746 25); (749 23); nostro (739r 33); (739r 35); (740 4); (740 15); (740 18); nota (746 25); notaio (739r 3); (747 8); (756 19); (756 23); (756 29); (756 32); notari (756 9); (757 14); notarii (738v 6); notarii (738v 15); (757 3); notarius (757 16); notificasse (739r 17); notorio (747 4); (749 32); nove (744 29); (745 12); novecento (746 10); (746 22); Novella (752 24); (743 1); (743 4); (744 27); (745 9); (749 23); (744 23); Novella (752 35); ntrata (755 35); nulla (741 21); (749 31); (751 25); (752 2); (753 14); (753 29); (753 30); (754 2); nullarlo (739r 10); (739r 3); (740 21); (752 30); (755 22); numero (743 12); nuova (745 22); nuovi (739r 16); (739r 17); nuovo (739r 15); (741 24); o (753 13); (739r 16); (753 17); (754 5); (756 6); (739r 10); (739r 15); (739r 15); (739r 17); (739r 18); (740 28); (740 30); (740 30); (740 30); (740 32); (740 34); (741 34); (742 3); (742 30); (743 10); (743 11); (743 14); (750 16); (751 1); (751 2); (751 5); (751 5); (751 5); (751 8); (751 16); (751 17); (752 7); (752 17); (752 34); (753 4); (753 9); (753 10); (753 15); (753 15); (753 22); (753 22); (754 8); (754 8); (754 12); (754 13); (754 13); (754 14); (755 8); (755 8); (755 15); (755 22); (756 2); ò (741 27); (745 35); (750 17); (753 6); (756 24); obbediensia (741 18); obligato (750 12); octone (745 17); oe (749 9); (749 32); (750 23); (753 23); (755 25); (756 8); (756 16); (756 27); officiare (745 18); oggi (756 27); oglio (752 25); ogni (743 23); (739r 2); (754 35); (740 1); (740 6); (741 6); (741 34); (742 33); (743 10); (744 22); (749 32); (754 30); (754 32); ogosto (747 17); (747 21); olim (738v 10); olio (754 20); (754 31); (755 2); (752 28); oltra (741 5); (752 2); (752 25); (753 19); (741 13); oltre (741 5); (742 18); omnibus (757 19); (757 20); omo (755 30); onde (747 11); (747 26); (749 2); (750 9); onesta (752 7); onorate (752 34); onori (755 4); opra (740 12); (740 13); (740 17); or (748 26); (749 5); ora (741 12); (743 2); (744 26); (744 30); (745 11); (749 9); (749 30); ordinato (756 22); ordo (738v 12); oro (747 11); (749 9); (751 10); (752 2); (752 15); (752 19); (752 26); (747 14); (747 15); (747 16); (747 17); (748 3); (748 36); (749 2); orrevile (742 17); orrevilemente (751 11); Orsora (742 14); Orsucci (744 13); orsuta (748 23); ospitale (740 11); otto (744 12); (749 13); (752 33); ottobre (741 22); (743 31); ov’ (741 35); overo (739r 2); (756 3); padre (749 6); (749 28); (743 31); padronaggio (755 13); padronagio (755 4); padronessa (743 15); (743 16); (751 31); padroni (743 10); (743 11); pagai (747 33); (747 35); (748 1); (748 5); (748 6); (748 9); (748 18); (748 27); pagamento (748 21); (747 28); (750 3); (750 4); Pagani (749 24); (752 3); Pagano (746 13); (746 36); Pagano (746 14); (750 31); Paganuccio (744 13); (744 15); pagare (741 35); (742 33); (746 31); (748 10); (755 3); (748 9); pagarle (754 27); pagati (750 35); pagato (746 26); (746 31); (746 35); (746 37); (748 11); (749 32); (750 2); (746 29); (749 10); (748 27); pagatori (750 5); pagò (750 13); pane (743 6); (750 28); (750 28); panno (739r 24); (739r 26); (739r 27); (739r 27); (742 17); (742 19); (742 24); (742 25); (742 27); (742 29); (747 35); (739r 30); paonasso (747 35); parabola (757 18); paramento (745 26); pare (741 31); (742 35); parola (757 10); (757 12); parole (749 7); parrà (742 7); (752 14); (753 11); (742 11); (742 20); (742 27); (742 29); (750 30); (753 4); (755 14); (742 33); parte (739r 11); (739r 15); (746 22); (747 33); (754 16); (753 15); partibus (757 14); partire (746 26); partiti (746 16); Pasqua (740 4); paternostri (742 13); paura (746 15); (746 23); pelegrini (749 27); Pellaria (740 17); (757 22); Pencino (747 1); (747 2); penetentia (750 19); per (745 12); (742 16); (746 19); (747 19); (747 21); (753 21); (746 22); (743 27); (747 27); (747 29); (743 31); (747 32); (739r 35); (739r 3); (750 3); (749 4); (749 6); (744 7); (753 7); (757 7); (738v 1); (738v 5); (738v 6); (738v 10); (738v 12); (738v 12); (738v 19); (739r 2); (739r 5); (739r 5); (739r 12); (739r 14); (739r 15); (739r 24); (739r 25); (739r 28); (739r 36); (739r 37); (740 7); (740 16); (740 16); (740 18); (740 22); (740 23); (740 27); (741 9); (741 10); (741 21); (741 21); (741 26); (741 28); (741 29); (741 35); (742 4); (742 5); (742 5); (742 9); (742 26); (743 2); (743 22); (743 24); (743 25); (743 26); (743 28); (743 28); (743 30); (743 32); (743 32); (744 2); (744 2); (744 4); (744 4); (744 6); (744 9); 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(752 27); (740 8); (745 2); (740 8); persicha (743 20); persona (750 16); (740 21); (740 34); (742 30); (749 32); (749 33); (750 18); (751 12); (753 4); (753 31); (753 29); persone (742 33); (743 10); (744 10); (749 31); (750 13); (753 4); (756 11); (743 12); pertìta (745 5); peso (745 28); petissione (743 12); (753 2); (754 15); petitione (742 23); petitione (742 29); petitionem (738v 11); petizione (752 17); Petra (742 31); (743 17); (750 34); (751 8); (751 10); (751 16); (752 6); (752 30); (753 12); (755 25); (755 26); (743 16); Petre (738v 11); Petri (738v 2); (738v 20); Petro (743 31); Petroia (744 19); piace (756 2); (754 11); piacerà (754 18); piacere (738v 19); (741 20); piacerebbe (755 12); piacesse (753 22); piacesse (755 16); (754 17); (756 5); pianeta (745 21); (745 20); picchola (747 3); piccholi (742 6); piccioli (741 4); (741 7); (741 16); (745 12); (750 26); (745 29); (747 31); piè (747 18); (747 18); (749 34); piedistallo (745 23); piena (756 23); Pieri (738v 4); (757 17); Piero (741 11); (741 14); (742 28); (757 12); Pietri (756 15); pigionavili (746 3); pigione (741 20); (741 35); (747 28); pigioni (747 31); piglare (753 16); pilliccione (741 24); Pisa (748 1); più (740 30); (740 32); (747 2); (748 22); (749 12); (751 2); (751 8); (751 15); (752 34); (754 4); (754 16); (754 18); (755 12); (756 23); (742 3); (751 5); (754 13); piue (751 16); plena (757 20); po’ (749 11); (749 15); (752 18); (753 3); (754 21); (755 14); (752 13); Podestade (744 16); Poggio (747 26); pogho (753 19); (751 22); (751 27); (751 30); (753 10); (756 12); poi (747 10); (748 4); (747 13); (748 15); (748 26); (748 34); (748 34); (749 1); (751 10); polesa (747 32); polise (748 34); (748 30); polisse (748 25); (748 30); pongho (753 12); Pontadore (750 14); ponte (742 3); (748 2); portasse (753 13); portasseno (753 17); portassero (754 14); portato (739r 25); portino (753 12); portò (741 28); possa (740 33); (741 26); (741 27); (742 32); (749 33); (752 11); (752 13); (752 16); (753 2); (753 3); (753 16); (754 5); (754 7); (754 10); (754 15); (755 11); (755 12); (755 13); (755 14); (756 1); (756 20); possano (743 11); (751 25); (753 21); (753 29); (753 31); (753 34); (754 1); (754 3); (754 6); (751 26); possessione (746 27); (753 29); (754 2); possessioni (740 22); (755 35); (746 2); (746 6); (747 5); (751 21); (756 9); (740 26); posso (749 17); post (738v 8); postulat (738v 12); potea (754 1); poterde (756 4); potere (739r 29); (748 9); (748 31); (753 18); potesse (748 10); potestatis (738v 9); (738v 15); potré (753 31); povere (752 33); poveri (743 6); (743 8); (744 10); (749 27); (750 29); (750 25); precepto (738v 14); precibus (738v 6); predicti (756 13); preditte (757 9); (757 12); prefatum (738v 12); pregailo (749 7); pregato (749 5); preghi (757 4); preghino (740 6); pregio (740 14); pregio (740 18); (740 21); (747 6); prego (740 6); (756 25); prendano (745 32); prendendo (743 18); (751 33); prendere (754 16); (755 5); prendesse (743 15); (743 16); presentati (738v 11); presentatione (738v 13); presente (757 5); (757 9); (757 10); (757 12); presenti (757 6); (757 13); presentia (748 11); presentia (748 18); (750 10); (756 23); (756 31); presso (749 7); prestaili (745 12); prete (745 19); (748 19); (745 12); (748 12); (748 12); (748 16); (748 16); (748 18); (750 4); (750 4); pretiò (741 22); Prigioni (747 20); (747 35); prima (744 12); (745 13); (744 3); (753 6); (743 3); primi (754 17); priora (752 17); priore (740 2); (756 28); privileggi (753 20); privileggio (741 9); (741 11); (741 26); privilegii (741 13); pro (738v 10); (738v 13); processioni (746 5); promisse (747 3); promissione (747 1); pronipote (747 23); propia (739r 2); (739r 5); (739r 10); (740 21); (756 16); propio (757 8); (750 32); (754 1); propria (738v 2); (738v 3); (753 29); (753 31); (756 13); (756 26); (757 18); proprio (756 25); (754 29); prout (738v 13); Provinsali (757 4); Provinsalis (738v 3); pubblica (756 21); (756 33); pubblicare (756 20); publica (747 11); publicae (757 14); publicati (738v 6); publiche (748 30); publico (747 18); (757 20); publicum (738v 7); (738v 13); Puccinello (744 31); (745 1); Puccino (744 1); (749 12); pulcelle (752 33); punto (742 31); (751 10); (755 10); pur (754 10); pure (744 26); (753 14); quaderni (745 36); (745 37); (739r 11); (746 1); (756 28); quaderno (746 3); (739r 2); qual (746 7); quale (744 13); (738v 19); (739r 4); (744 20); (744 25); (744 29); (745 1); (745 3); (745 13); (749 12); (756 16); (756 19); quali (747 17); (752 32); (755 12); qualuncha (739r 3); quando (754 13); (748 27); (741 9); (741 14); (741 32); (746 12); (746 25); (746 26); (751 10); (753 20); (756 17); (756 21); (756 33); quanduncha (741 33); quantità (749 22); (755 22); (741 14); (741 25); (741 38); (742 19); (743 15); (755 11); quasi (744 15); quattro (744 22); (742 3); (745 12); (745 35); (745 36); (745 37); (746 1); (748 3); (752 7); quattrocento (740 23); quel (739r 14); (743 23); (743 27); (755 10); quella (745 6); (743 5); (743 9); (748 14); (749 3); 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servigio (739r 28); servo (745 31); sette (744 15); settesimo (750 28); si (748 15); (750 18); (752 22); (746 24); (742 2); (745 9); (739r 1); (739r 12); (739r 12); (739r 16); (739r 20); (739r 24); (739r 26); (740 1); (740 16); (741 14); (741 20); (741 22); (741 27); (741 35); (742 3); (742 6); (742 9); (742 10); (742 12); (742 17); (742 18); (742 22); (742 25); (742 32); (743 25); (745 11); (745 16); (745 37); (746 5); (746 9); (746 15); (746 17); (746 18); (747 3); (748 4); (748 9); (748 10); (748 28); (749 12); (749 22); (749 26); (749 27); (750 17); (750 28); (751 9); (751 13); (751 19); (751 20); (751 23); (751 26); (751 29); (752 1); (752 3); (752 6); (752 18); (752 19); (752 23); (752 32); (753 12); (753 13); (753 17); (754 14); (754 23); (754 30); (755 3); (755 17); (755 19); (755 20); (755 21); (755 26); (755 36); (756 17); (756 20); (751 18); (743 21); (740 29); (740 5); (740 25); (741 2); (741 28); (741 29); (741 31); (741 36); (742 2); (742 16); (742 31); (743 8); (744 10); 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testamento (756 27); (738v 19); (739r 2); (753 21); (756 15); (756 18); (756 31); (756 32); (757 5); testamone (757 5); testatorem (757 17); testi (738v 13); testimoni (756 24); (756 25); (756 29); (756 31); (757 6); (757 10); (757 13); testium (738v 5); (757 1); (757 2); (757 17); testo (738v 13); (757 5); (757 18); tiene (744 30); Tieri (750 31); (753 27); tollere (741 28); tolseno (748 21); tonda (742 19); toppa (745 30); Toringhelli (749 20); tornare (749 19); tornasseno (753 9); (753 10); (753 17); tornato (741 25); torni (740 29); tornò (741 17); (741 18); tovagla (745 25); tovalioli; (745 25); tra (746 12); (752 24); traditi (738v 13); tre (753 32); (739r 32); (740 14); (740 18); (741 17); (742 13); (742 13); (744 17); (745 29); (747 16); (748 2); (748 7); (752 25); (752 28); (753 28); (754 17); (742 13); trentesimo (742 9); tribunali (738v 10); trovare (748 8); (752 11); trovasse (755 17); (755 20); trovasseno (751 20); trovò (748 9); Trovòsi (748 13); Trucci (744 26); Truccino (744 30); 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À citer: 

Etwaige Zitat: 

Alessandro BONACCHI, Il testamento in volgare di Done Alluminati

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